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La situazione è grave ma non seria. La figu di Ennio Flaiano

Un po’ perché qualcuno l’ha tirato in ballo nei post di questo sito, un po’ perché è il centenario della nascita, e un po’ perché l’intelligenza è diventata merce assai rara. Insomma, non ve la faccio lunga, questa è la figu di Ennio Flaiano. Buona visione.


FIGU – Album di terrestri notevoli. Un programma di Alessandro Robecchi e Peter Freeman. Produttore esecutivo: Erica Vitellozzi. In redazione: Cristiana Turchetti, Paolo Zappelloni, Paola Ippoliti. In onda dal 12 ottobre 2009, Rai Tre, ore 9.15

25 commenti »

25 Commenti a “La situazione è grave ma non seria. La figu di Ennio Flaiano”

  1. Caro Robecchi,
    c’è da chiedersi seriamente “Dove sono finiti personaggi dotati di un tale talento e rigore?” o meglio: “Perché non ci sono più maestri a giro?”
    Non penso che l’intelligenza di per sé sia diminuita fino a rarefarsi quanto che il contesto culturale sia talmente censorio (e nn certo da ora) che le menti realmente brillanti o vengono esiliate o vengono umiliate o vengono congelate in quanto originali organiche radicali, indi: pericolose per lo status quo globale. E quand’anche riescano a fatica ad emergere da sottoterra, la loro voce viene comunque livellata a quella di un qualsiasi altro parlante, persino ciarlatano, sì da ritornare nell’oblio del caos generale.
    Ci vogliono fior fiore di coordinate mentali per distinguere i pesi specifici delle cose e per poterle paragonare con proprietà. Un esempio veloce?
    L’altra sera un conoscente mi commenta stizzito un brano in sottofondo con una smorfia e un latrato della serie, “… oddio, questa trombetta… sai, a me piacciono i 99 Posse…”
    Peccato che quel pezzo fosse Autumn Leaves, un cult, Miles Davis.

    da ab   - mercoledì, 17 marzo 2010 alle 18:33

  2. La risposta è semplice: se oggi si presenta negli studi cinematografici uno con del talento, lo mandano via.
    Che sia Flaiano, Fellini, Zavattini, Antonioni, non importa: quasi tutto il mondo dell’editoria e del cinema è in mano al marketing e ai pubblicitari. Di conseguenza, si fa quello che si è già fatto prima e che ha fatto tanto successo: ma le novità, nel cinema e nei libri, le portano “i matti”, quelli come Flaiano e come Fellini e come Zavattini.
    Nessun discorso nostalgico, so già che poi arriva qualcuno e dice che siamo capaci solo di rimpiangere la nostra giovinezza. A parte il fatto che quando io sono nato Flaiano e Fellini lavoravano alla “Dolce vita”, e quindi di quei tempi non è che mi ricordi molto, la verità è che – mi ripeto – giovani di talento ce ne sono, e tanti: ma i dirigenti delle case di produzione, della Rai, di Mediaset, della Mondadori, eccetera, sono tutti paninari o ex paninari.
    Cosa volete che ne capisca di cinema un paninaro…al massimo vi indicherà la marca di un giubbotto.
    (i paninari oggi hanno 40-45 anni, sono nei consigli d’amministrazione di quasi tutto quello che ci circonda)

    da giuliano   - mercoledì, 17 marzo 2010 alle 20:46

  3. Se andiamo avanti di questo passo fra qualche tempo non ci sarà più nessuno in grado di comprare l’ignoranza. I ricchi saranno più ricchi, ormai abbondantemente coperti di cose inutili, che per distinguersi dalla plebe sfoggeranno la loro disponibilità accendendosi il sigaro con biglietti da cento euro… I poveri, nel frattempo, saranno diventati più poveri… Nemmeno le comiche intemperanze del Ministro La Russa ed i noiosi blablaiare di Capezzone, Gasparri, Cicchitto e compagnia bella, riusciranno più a farli tragicamente ridere. Sedersi a tavola al suono del mezzopgiorno sarà per loro l’unica sostanziale preoccupazione. Quello forse sarà il tempo in cui usciranno finalmente dalla massa quei geni innovatori ora tenuti volutamente nascosti per lasciare il posto all’inutile consumismo, alla cattiva pubblicità… In sostanza alla demenza generale. Una volta bandite le cose inutili probabilmente sparirà anche la Lega Nord ed il sultano, annoiato dal mero potere terreno assoluto, si limiterà a tenere impegnati i suoi cortigiani nello studio di nuove strategie che gli serviranno, secondo le sue aspettative di vita fra oltre cent’anni, quando si troverà a litigare il posto di comando con l’Onnipotente. A meno che non deciderà di risorgere per rompere le scatole anche alle future generazioni.

    da Vittorio Grondona   - giovedì, 18 marzo 2010 alle 11:17

  4. ‘La situazione è grave ma non seria’ è una battuta straordinaria. Riassume efficacemente gli ultimi 18 anni della nostra storia.

    da Pietro   - giovedì, 18 marzo 2010 alle 20:50

  5. Sono in etá da paninaro ma non lo sono mai stato e non lo sono oggi. Credo che i “paninari” citati da Giuliano siano quelli piú o meno della sua etá (50 e poco piú) che da allora, cioé anni 80, sgomitano, conquistano il potere in senso lato, hanno messo in un angolo quella della mia generazione (dicendoci ad esempio: “Ora tocca a noi! Voi siete ancora piccoli, ancora giovani!”) Poi quando siamo arrivati all´etá della ragione e del “potere”, adesso dicono che eravamo paninari, che abbiamo conquistato il potere, che siamo mediocri e che ci sono tanti geniali giovani (cioé i vostri figli, nipoti e figli degli amici, caro Giuliano) che non possono entrare. A parte che tutti ´sti geniali giovani in giro non li vedo proprio, anzi, ma io mi sono molto rotto che quelli della mia etá, che, come scritto prima, per anni sono stati messi in un cantuccio a sgobbare come asini in attesa del loro turno, adesso siano giá mandati al macero perché é il turno dei rampanti 20-30nni incapaci a tutto, figli di papá, figli vostri.
    A questo punto spero che SB distrugga tutto e che, in un paesaggio post-atomico, arrivino i cinesi a ricostruire e a pagarci lo stipendio con un ciotola di riso. E che cavolo!!!

    da rock me amadeus   - venerdì, 19 marzo 2010 alle 11:50

  6. P.S.: Fellini per me é stato uno dei tromboni piú sopravvalutati della storia del cinema e non solo. Piú vedo (annoiandomi, salvo eccezioni) i suoi film, piú mi chiedo quale sia l´originalitá e il senso artistico del tutto. Il girotondo di 8 e 1/2? Le tettone? Anitona nella fontana di Trevi?

    da rock me amadeus   - venerdì, 19 marzo 2010 alle 11:52

  7. No, i paninari arrivano negli anni ’80. Quelli della mia età vestivano come capita, a parte i figli di papà – mio padre era operaio, e anch’io ho lavorato in fabbrica e sono operaio.

    da giuliano   - venerdì, 19 marzo 2010 alle 14:23

  8. PS: mi piace molto il suono dei tromboni, sia nell’orchestra sinfonica che nel jazz. Anche il corno, il fagotto, l’oboe, il timpano, le campane, è bello che ci siano tanti strumenti diversi, su questo mondo.

    da giuliano   - venerdì, 19 marzo 2010 alle 14:57

  9. @ rock me,
    secondo me una cosa sono i gusti personali altra sono i giudizi estetici. Specialmente nelle questioni artistiche, non conviene confonderli mai altrimenti si rischia seriamente di essere attratti solo ed esclusivamente dalla pappa di cui ci ha nutrito l’ambiente nel quale siamo nati e cresciuti sì da precludersi ogni possibilità di comprensione del mondo.
    AB

    da angela   - venerdì, 19 marzo 2010 alle 15:24

  10. Per fare un esempio di come normalmente mi comporto nella valutazione della qualità delle cose secondo i miei gusti, prendo in considerazione l’antico, limitato nel tempo ovviamente alla mia età, rispetto al moderno. Per me l’antico è bello se me lo ricordo con simpatia; se, in caso di un film, lo desidero rivedere e se, rivisto oggi, riesce ancora a darmi emozione… In questo modo sono riuscito a giudicare oltre che molti film del passato anche tante altre cose che bene o male interessano la vita di tutti. Per quanto riguarda Il moderno, invece, quello che di primo acchito ritengo brutto senza appello, lo scarto subito mentre quello che mi sembra discreto lo metto inconsciamente da parte nella mente. La verità si rileverà da sola fra qualche tempo… Voglio dire in sostanza che ciascuno di noi non dovrebbe avere bisogno della critica di uno Sgarbi di turno per capire se una cosa o un’opera d’arte possa piacere oppure no. De gustibus, poi, non est disputandum… Questa è la regola generale… Fermo restando sempre valido il concetto manzoniano: “Com’è bello il cielo di Lombardia, quand’è bello”

    da Vittorio Grondona   - sabato, 20 marzo 2010 alle 11:46

  11. @ Vittorio,
    Appunto perché nn si può disputare sui gusti (essendo a rigor di logica, tutti legittimi), se si vuole parlare con proprietà di estetica dovremo pur riferirci ad altri livelli di discorso, o sbaglio?
    A questo proposito, Tolstoj dice che è bello ciò che è tale alla vista; ma converrai con me che occorre aver cognizione del significato antropologico di quelle parole russe per ben comprenderne il messaggio.
    Non è, forse, vero che esistono diversi tipi di organi di senso visivo? Una cosa sono gli occhi del viso, altra sono gli occhi della mente; entrambi, sebbene indipendenti, agiscono prepotentemente nelle nostre scelte senza che ce ne rendiamo conto.
    AB

    da ab   - sabato, 20 marzo 2010 alle 13:04

  12. Mi piace il commento di Rock me, piacevolmente dissonante in questo blog. Ho 35 anni, insegno all`Universita` (non in Italia, sono figlio di insegnanti e non ce l`avrei mai fatta). Vedo molti ragazzi con la stessa energia iconoclasta e l`ambizione di rock me, anzi vedo di piu`i postadolescenti, la generazione X.
    Faccio il possibile, ma vorrei fare di piu`, per mostrare loro un mondo fluido, in cui inserire le loro idee. Senza pagare lo svantaggio iniziale di dover competere con i figli di papa`.
    In bocca al lupo, Rock me. Spero di vederti fra qualche anno arrivare dove vuoi.
    Enrico

    da Enrico Marsili   - sabato, 20 marzo 2010 alle 13:52

  13. @AB
    Sì, sono d’accordo. Del resto, nella sostanza, faccio salvi sia il gusto personale che il bello in quanto tale. Il parere altrui è sempre utile per formare un giudizio razionale, ma alla fine nell’apprezzamento generale prevale sempre il nostro gusto personale… Una scelta fatta, condizionata da altri, spesso ci porta al pentimento.

    @Enrico Marsili
    Lo svantaggio in una competizione non è quasi mai un fatto negativo per chi abbia fiducia nel proprio talento… Opinione mia naturalmente.

    da Vittorio Grondona   - sabato, 20 marzo 2010 alle 17:31

  14. Ecco, abbiamo xxxxxxx anche Flaiano. Dopo aver preso a pernacchie Enrico Berlinguer, dopo il dibattito sui tacchi a spillo, eccetera, capisco sempre più perché siamo messi così male – caro Robecchi, comunque grazie per le tue figu!
    Almeno ci hai provato…
    “La dolce vita” è un film che dura più di due ore, io ho tenuto a mente l’episodio di Steiner, Anouk Aimée, il gattino bianco, il finale sulla spiaggia (“se si facesse un po’ di silenzio si potrebbe capire qualcosa”, come nell’ultimo film di Fellini), il volo del Cristo su Roma all’inizio… Tante cose.
    Se alla fine di un film di Fellini a voi rimangono in mente le tettone e la fontana di Trevi, il problema è vostro e non mio.

    da giuliano   - sabato, 20 marzo 2010 alle 17:53

  15. O non leggete perchè preoccupati solo di quello che dite voi, o non sapete leggere per semplice ignoranza. Mi limito al tema Fellini: siccome si può “parlare male” di tutto, basta farlo a ragione veduta, insisto sul fatto che le due e passa ore della Dolce vita mi hanno annoiato, mentre mi sono passate meravigliosamente le tre ore e passa di altri film, che so “Barry Lyndon”, che posso citare a memoria, senza tettone e simbolismi da “maestro” trombone quale era il riminese. O “Citizen Kane”, scritto diretto e interpretato da un ragazzino (allora) di nome Orson Welles, senza la cartapesta del suddetto Fellini.

    da rockmeamadeus   - sabato, 20 marzo 2010 alle 19:41

  16. una risposta significativa.

    da giuliano   - sabato, 20 marzo 2010 alle 21:44

  17. off topic:
    Viste le immagini della manifestazione di Pinotto?
    Le foto parlano chiaro quanto a numeri. Un milione un cazzo!
    Non c’era un cane alle 17:40 quando parlava il dittatoruncolo a cui permettiamo di fare il padroncino del Paese!
    (vedere per credere)

    da ab   - sabato, 20 marzo 2010 alle 22:25

  18. … ho avuto un’allucinazione o visione celestiale: c’era Luttazzi in silenzio davanti al BisLoscus che si scioglieva come gelato al sole… Ad un tratto il clown ha detto al buffone:
    “Paura nacchero, eh?”

    da fansss   - sabato, 20 marzo 2010 alle 23:47

  19. @Vittorio: mi pare che l`OCSE abbia recentemente fatto notare il problema. La nostra societa`e`quasi immobile e, a parte alcune belle storie, se si e` figli di operai, si rimane in quella classe.
    Penso (e mi piacerebbe discuterne con 20enni e 50enni) che la consapevolezza della scara mobilita`sociale blocchi alcune delle migliori energie giovanili, che vorrebbero fare davvero innovazione (sociale e scientifica) ma hanno bisogno di prestiti, fiducia, e liberta`di movimento, tutte cose che il sistema Italia non offre.
    Che poi ci siano in giro tanti ragazzi ignoranti come i cartoni del latte, questo e` un altro discorso. Mi scuso per l`OT.

    da Enrico Marsili   - domenica, 21 marzo 2010 alle 01:44

  20. Ave, Caesar… I governatori in pectore hanno giurato con il cuore in mano fedeltà assoluta al sultano. Il popolo intervenuto osanna il suo idolo…
    Da un’altra parte il popolo chiede l’acqua libera… E da un’altra parte ancora invoca lotta alla mafia… Il mondo del lavoro piange… Visto dall’alto mi sembra lecito pensare: ma in quale razza di paese stiamo vivendo?…

    da Vittorio Grondona   - domenica, 21 marzo 2010 alle 11:56

  21. Nel leggerere i programmi televisivi di oggi mi sono imbattuto su un tipo di programmazione che trovo singolare e che potrebbe racchiudere, in parte, tutto ciò che è stato detto nei vostri commenti. Mi auguro. Ebbene, questa sera ore 1.30 su LA 7 viene proiettato il film di Antonioni “Professione Reporter” con Jack Nicholson. Chi ha avuto il piacere di vederlo a suo tempo sa che il tema è attualissimo e la sceneggiatura imparegiabile. Secondo il mio parere andrebbe preso il programatore del palinsesto, metterlo in una stanza e fagli vedere per ore uno dei soliti film di Natale di Vanzina. Non sarà stato un paninaro a fare la scaletta. Certamente un citrullo si. Bastava darlo alle 21.30. Finirò per comprarmelo e metterlo in bacheca.

    da EDOARDO   - domenica, 21 marzo 2010 alle 13:02

  22. La parola “nacchero” fa parte di un dialetto fiorentino di difficile definizione nella lingua italiana.
    Il termine tradotto propriamente andrebbe a indicare un uomo sciancato e piccolo.
    L’utilizzo della parola è invece differente; è usato per rivolgersi a un ragazzotto in modo offensivo e burlesco.
    Alcune persone ritengono sia un sinonimo di cicisbeo, fesso, … mentre altri sostengono sia affine a “stupidotto”.
    Le espressioni dialettali in vernacolo, che sono accompagnate a tali espressioni, possono essere frasi come: “O’ nacchero icchè si fa stasera? Si va a i’ cine?” oppure, la più colorata: “Oh nacchero, icché tu hai stamani?! Ti sei leato coi buho torto???” e altre variazioni dle genere. Un’orchestra di suoni spesso deprimenti, scaitti, strascicati. Di modi e tempi nfelici.
    “Nacchero” è un epiteto che descrive una forma nota alla letterattura, ma cinematograficamente: cioé, dinamicamente… cinematicamente, appunto… nelle fattezze fisiche ridicole in postura e gestualità in moto, proprie soltanto degli scemi o buffoni di corte, che vengono derisi da tutti i presenti, e a ragione).
    Marco Tebe e il suo amico Franz
    (da Iperuranio, Firenze 2010)

    da MT e Franz   - domenica, 21 marzo 2010 alle 13:16

  23. Errata Corrige:

    Leggi: “DEL”

    Leggi: “Un’orchestra di suoni spesso deprimenti, SCIATTI, strascicati”

    Leggi: “Di modi e tempi INFELICI”

    Togli la parentesi dopo “e a ragione”.

    Sorry.
    MT e l’amico Franz

    da MT e l'amico Franz   - domenica, 21 marzo 2010 alle 13:22

  24. @Enrico Marsili
    E’ sostanzialmente vero. La nostra società continua a segnare il passo per quanto riguarda le prospettive giovanili. Se diamo un’occhiata al passato, ogni piccolo passo avanti è costato sangue e dolore per chi non aveva santi in paradiso. Le “belle storie”, infatti, non sono quasi mai piovute dal cielo. Il mio appunto vuole essere solo un incitamento ai giovani affinché nel misero contesto politico attuale non perdino dfinitivamente la fiducia in loro stessi.

    da Vittorio Grondona   - domenica, 21 marzo 2010 alle 19:36

  25. Perdano!… Ok

    da Vittorio Grondona   - domenica, 21 marzo 2010 alle 23:17

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