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Stasera Doc3. All’inferno con le donne afghane

The place when I’m called mentally deficient. Il posto dove sono considerata una minorata mentale. Un documentario girato da due donne sulle violenze sulle donne, già è doloroso. Ma se tutto questo avviene in Afghanistan, allora è veramente pazzesco. Eppure il coraggio e la bravura di due ragazze, Alka e Roya Sadat, hanno fatto questa specie di miracolo e Doc 3 (questa sera, Rai Tre, più o meno alle 23,45) può mandare in onda un documento sconvolgente. E’ il racconto di un giudice (donna) che indaga in Afghanista sulle violenze che le donne subiscono in famiglia. Dunque, uno scenario spaventoso, raccontato con un coraggio davvero notevole. Tra l’altro: ma non non dovevamo essere lì per liberarle, noi eroi occidentali? O siamo lì per sostenere Karzai che propone leggi contro le donne? Lo so è spaventoso, ma bisogna vedere per sapere. Buona visione.
Nella foto, esecuzione pubblica di una donna adultera, a Kabul
Doc3 è un programma di Lorenzo Hendel, condotto in studio da Alessandro Robecchi, regia di Lorenzo Hendel. Consulente: Luca Franco. Produttore esecutivo: Monica Pacini.

8 commenti »

8 Commenti a “Stasera Doc3. All’inferno con le donne afghane”

  1. Chi ancora sostiene che siamo lì per la pace e per la civilizzazione mente sapendo di mentire…e chi ancora non lo capisce è un ebete!

    da mietta   - giovedì, 10 settembre 2009 alle 10:36

  2. Marx lo ha sostenuto in più opere e con con parole chiare che lo stato di civiltà di un paese si evince dal modo in cui vivono le donne, soggette in tutte le culture ad una dominazione maschile fisica e culturale.
    L’emancipazione da questo stato di schiavitù si ottiene a furia di lotte indicibili, sacrifici e pene inaudite e, come ogni conquista civile, può andare persa in un attimo. In un attimo.

    da angela   - giovedì, 10 settembre 2009 alle 11:04

  3. Ma Karzai non era quell’uomo ben vestito del cui look ci siamo occupati in passato molto più che non delle sue idee? Forse bisognerebbe togliergli il saluto e forse andrebbe tolto anche ai vari La Russa & co. che non perdono occasione per sfoggiare le loro belle tute mimetiche dietro alle quali nascondono anche i veri motivi della loro (e nostra) permanenza in zona che pare c’entri poco con la democrazia e il Restore Hope. Li di Hope ne vedo pochina mentre di abusi ce ne sono quanti se ne vuole…
    Grazie Angela per la citazione di Marx.

    da Gianfranco   - giovedì, 10 settembre 2009 alle 16:54

  4. grazie per il doc. terribile,terribile. che si può fare?

    da adele   - venerdì, 11 settembre 2009 alle 10:51

  5. Caro Alessandro,
    il 29/09/2009 andrò a testimoniare ad un processo nel quale si ricostruirà l’aggressione da parte di due uomini ai danni di una donna.
    Il fattaccio in questione è accaduto il maggio scorso alle 22:30 circa in una p.zza della provincia di Firenze.
    Aldilà dello schifo della scena in sé, proprio come vedere un documentario di animali (immagina ad es. un’orca assassina che si diverte a lanciare in aria la sua preda indifesa), a parte la vigliaccheria inaudita data dalla disparità evidente delle forze in gioco e nonostante le urla fuori dalla norma di quella creatura in quell’occasione, ho notato con estrema tristezza che la maggior parte dei residenti che pur erano nelle loro case hanno preferito rimanere voyeuristici a spiare dietro le persiane socchiuse, senza opporsi in alcun modo allo scempio.
    L’Italia media è anche questa: uno spaccato provinciale alla Simenon, incapace di dire NO alla vergogna, all’ostentazione del pensiero rettile e predatore, alla violenza fisica così esposta in una pubblica piazza italiana. Il senso civico si costruisce anche attraverso questi spunti casuali; ma constato che, troppo spesso, il senso di collettività è un’opzione nel nostro paese, ahinoi.
    E una comunità che non osa urlare contro la violenza verso i deboli, non può che aspirare a continuare lo stato di servilismo sotto tutti i punti di vista.
    Ti stimo tanto.
    Angela

    da angela   - sabato, 12 settembre 2009 alle 08:06

  6. Caro Alessandro,

    grazie per il documento che la RAI è riuscita a passare con un ritardo di un’ora…
    E’ triste constatare che non si tratta solo di una situazione che discrima le donne, si tratta di un paese in ostaggio di mafie e poteri che vanno più in là della religione stessa.
    I mussulmani che “non contano” sembrano anche loro alla mercè di questi individui che si nascondono dietro un Corano che interpretano a loro piacimento.
    E’ bello sapere che la ns. presenza conta come il due di denari a poker.
    Decisamente un disastro. Complimenti a tutte le forse “dell’ordine”.
    ciao
    alba

    da alba   - mercoledì, 16 settembre 2009 alle 13:46

  7. Non ho avuto modo di vedere la puntata. C’è’ un archivio dove poter rivedere la puntata?

    Grazie.

    Carlo

    da Carlo   - lunedì, 21 settembre 2009 alle 22:57

  8. Caro Alessandro,
    ho visto uno scorcio di quel documentario. Se ben ricordo (i giorni son passati e non vorrei confondermi) parlava anche dell’operato della prima donna giudice istruttore a Kabul.
    Ho un nodo in gola, le lacrime scendono ancora da quella sera… ho visto una bambina, una bambina di soli nove anni che mi ha spezzato il cuore e che non riesco a dimenticare. Cercava aiuto da quella donna; lamentava le percosse del “marito”,l’essere sola perchè venduta dal padre,aveva gli occhi rossi per i capillari rotti e pieni di lacrime che si asciugava da sola con quel pezzo di abito… Non riesco a fermare le lacrime nemmeno ora… nel suo sguardo c’era la disperazione e una maledetta consapevolezza di impotenza e abbandono. Chiedeva aiuto e si chiedeva perchè si trovasse li se nessuno poteva offrirglielo… 9 anni!!!
    Vorrei trovarla, voglio trovarla!!! Strapparla da quell’inferno ma come si fa?

    da Sara   - mercoledì, 23 settembre 2009 alle 20:15

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