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nov 08

Voi siete qui – I dispetti di Bibì e Bibò

Serenamente analizzata la situazione politica, sentiti con un piccolo sondaggio svariati amici elettori democratici, valutata la situazione economica, ecco una semplice ma decisiva conclusione: Bibì e Bibò hanno rotto i coglioni. E’ dal 1994 che assistiamo al trionfo di Berlusconi Silvio, ed è da allora, e pure da prima, che nel maggior partito della sinistra italiana Bibì e Bibò si fanno i dispetti come all’asilo. Uno diventa segretario, l’altro fa la fondazione; uno diventa ministro, l’altro fa le primarie col fax; uno diventa presidente del consiglio, l’altro gli tira una torta. Bibì fa il governo ombra, Bibò non ci sta. Bibì apre una televisione di condominio, anche Bibò apre una televisione di condominio. Bibì vuole il congresso, anzi no; Bibò è contro il congresso, anzi no. Bibì ha la Binetti, Bibò vuole Casini. Bibì scrive romanzi, Bibò si compra una banca. Bibì mette Bettini in una stanza a fare le liste elettorali (tra cui il noto Villari, chapeau!), Bibò ha un braccio destro come Latorre (e ho detto tutto). Bibì  tenta di parlare di politica, ma diventa uno spot del libro di Bruno Vespa, e questo è il posto dove ci tocca vivere. Presto arriveremo al caffè versato sui pantaloni (ops! scusa, Massimo!), alla macchina rigata (ops! scusa, Walter!), allo sgambetto, al cuscino che scoreggia, alla stretta di mano con scossa elettrica: nemmeno Franco e Ciccio erano durati tanto con lo stesso repertorio. Dichiarano, esternano, cooptano sodali e complici per i loro dispettucci, muovono pedine ognuno per irritare l’altro. E non si rendono conto che il loro pubblico non ride più da un pezzo, che è più povero, più stanco, più precario, più cassintegrato, più solo. In platea le sedie vuote aumentano, manca poco al lancio di ortaggi, altro classico dell’avanspettacolo. Bibì, Bibò e Capitan Cocoricò che intanto, da Arcore, se la gode e se la spassa, fa e disfa, diventa ogni giorno più ricco e potente e arrogante e pericoloso. Che brutto spettacolo, compagni democratici. E il biglietto costa carissimo per tutti.

8 commenti »

8 Commenti a “Voi siete qui – I dispetti di Bibì e Bibò”

  1. vedo che ultimamente bibì e bibò sono al centro dei tuoi pensieri!Il brutto è questo:due guitti dell’avanspettacolo che portano allegramente,ma anche no,al suicidio l’opposizione politica e sociale del paese!Grazie,bibì e bibò!Si vede che i lemming sono il punto di riferimento del pd!

    da davide   - domenica, 23 novembre 2008 alle 11:46

  2. se la sinistra ha una sua dimensione, se viene collocata socialmente all’interno di un immaginario confine delimitato da valori che propendono per un modello di società più incline al riconoscimento del fatto che i meriti devono dipendere dal talento, dalla capacità di proporre nuovi modi di affrontare il futuro, consapevolezza di un bisogno globale di sentisi cittadini riconosiuti in termini di diritti e messi in condizioni di avvalersi della opportunità di adoperarsi in termini di doveri, è inutile che si insista nel cercare di tenere in piedi fuori da questo confine e sperare di poterla fare sempre franca. noiosamente inutile…

    da daniele   - domenica, 23 novembre 2008 alle 12:56

  3. “12 gambe 12 dell’international ballett” Era uno dei richiami evidenziati nei cartelloni che pubblicizzavano lo spettacolo di rivista popolare. Cinema e Rivista al costo di lire 250 in platea. Un pacchetto di sigarette Nazionali Esportazione costava 220 lire negli anni ’60. Chi oggi disprezza l’avanspettacolo sicuramente non ha probabilmente mai avuto occasione di frequentare quel tipo di teatro. Ce ne fossero davvero ancora, specialmente in TV. Tutti i grandi comici e i grandi cantanti sono arrivati al successo passando obbligatoriamente da lì. Roma con l’Alhambra, lo Jovinelli, il Volturno…, Napoli con Il Salone Margherita, Teatro 2000… Bologna con l’Eden, il Manzoni, il Lux… Milano con lo Smeraldo, l’Alcione, il Carcano… Bari con il Petruzzelli e così via in giro per l’Italia. Tutti teatri sempre gremiti. Spettacoli alla buona, ma gonfi di buon umore a basso costo, dove tutta la compagnia doveva sempre dare il meglio di sé e la gente si divertiva veramente. La TV ha spazzato via tutto questo ed i comici moderni, che godono subito della popolarità attraverso il piccolo schermo, sperano spesso invano di arrivare al successo con battute scadenti che l’avanspettacolo di allora scartava. Paragonare con sufficienza a quel teatro lo schifo di politica che ultimamente stiamo subendo è davvero fuori luogo. Fare politica alla Bibì e Bibò non è degno nemmeno di essere paragonato agli spettacoli tenuti per strada dagli attori più sfortunati che pur meritandolo non riecono a trovare una scrittura teatrale. Franco Franchi, per esempio cominciò dalla strada.

    da Vittorio Grondona   - domenica, 23 novembre 2008 alle 13:33

  4. “…nemmeno Franco e Ciccio erano durati tanto con lo stesso repertorio”
    per favore non mescoliamo la cioccolata con altre sostanze dello stesso colore: Franco e Ciccio erano delle persone serie, degli artisti di rango – i due soprammoblili del Transatlantico invece, se fossero assunti in qualunque azienda sarebbero stati licenziati senza neanche finire i 6 mesi di prova, vista la manifesta incompetenza e i risultati ottenuti.

    da zioFa   - domenica, 23 novembre 2008 alle 14:31

  5. in un paese che sta andando a carfagne, l’opposizione non può essere da meno.

    da iggy   - domenica, 23 novembre 2008 alle 23:42

  6. ciao alessandro ti prego di pubblicare questo video del ministro brunetta: è meraviglioso

    http://it.youtube.com/watch?v=t0-qUZa2mXI

    da nello mainente   - lunedì, 24 novembre 2008 alle 17:18

  7. Buttiamo Latorre giú dalla torre!!!

    da gianguido mussomeli   - martedì, 25 novembre 2008 alle 00:59

  8. CHI SI ODIA DI AMA…. Però fuori dalla sinistra italiana per favore

    da Francesco Floris   - lunedì, 1 dicembre 2008 alle 04:18

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