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Voi siete qui – Se Kossiga spara ancora

C’è soltanto una cosa più deprimente delle parole di Francesco Cossiga, ed è il fatto che siamo ancora qui a occuparci di Francesco Cossiga. La mirabile lezione di guerriglia di stato fornita dall’ex presidente, con le sue suggestioni argentine e cilene, la sua confessione (io facevo così) e il delizioso tocco macho-fascio (picchiare le “maestre ragazzine”) ci costringono a farlo, ma, diciamolo, controvoglia. Anche la grande stampa ha preferito glissare: che Cossiga teorizzi il terrorismo di stato per fermare un movimento pacifico non ha fatto notizia, non ha “bucato”. Se l’anziano gladiatore fosse uscito di casa con una pizza in testa o vestito da sioux avrebbe avuto più audience. La linea prevalente è alzare le spalle, minimizzare: c’è sempre un tenero nonnetto da qualche parte che dice quant’era bella la prima guerra mondiale. Forse è giusto così: le tattiche guerrigliere di Cossiga Francesco sono vecchie come il cucco, Berlusconi le conosce e le ha già applicate (Genova). Eppure c’è qualcosa di più grave ancora, per noi e per il paese, delle esternazioni da colonnello greco del senatore Cossiga. C’è il fatto che in una società avanzata, alle prese con le sue crisi, le sue speranze di cambiamento, le sue resistenze alla privatizzazione totale, le sue onde anomale, la sua difesa dei diritti, la sua informazione deviata e il suo peronismo per gli acquisti, siamo ancora qui a occuparci di Francesco Cossiga. E’ davvero deprimente: Cossiga voleva menarmi quando avevo sedici anni, e ora che ho moglie, figli, casa, macchina e lavoro, Cossiga vuole menarmi ancora. Ammetterete che c’è qualcosa di maniacale.Ogni italiano di una certa età, senza commettere reati, senza processi e senza sentenze di condanna, si è beccato cinquant’anni di Cossiga, senza condizionale, senza possibilità di appello. Certo il tempo è dalla nostra parte, verrà un giorno in cui chiacchierando di cose irrilevanti potremo dire, ehi, ti ricordi Cossiga? E serenamente rispondere: no.

15 commenti »

15 Commenti a “Voi siete qui – Se Kossiga spara ancora”

  1. Cossiga passerà comunque alla storia in quanto ex Presidente della nostra Repubblica. Per questo bisogna discutere delle sue pessime battute finché non ci secca la lingua. Ora che è vecchio ci ha voluto forse confessare provvedimenti inqualificabili, probabilmente davvero attuati nel passato (spero proprio di no), mascherandoli in crudeli consigli del grande saggio alla politica attuale che, per la verità, non ha bisogno di questi insani suggerimenti in quanto non ha proprio nulla da invidiare ai tempi più duri della democrazia italiana soffocata dalla prepotenza fascista. Vorrei ricordare il Senatore a vita per quello che ha incautamente detto nella sua ultima intervista come esempio politico da non imitare mai più non solo in Italia, ma nel mondo intero.

    da Vittorio Grondona   - domenica, 26 ottobre 2008 alle 12:05

  2. “verrà un giorno in cui chiacchierando di cose irrilevanti potremo dire, ehi, ti ricordi Cossiga? E serenamente rispondere: no.”
    …e sempre parlando del piu’e del meno, la domanda cadra’ fatalmente su: e ti ricordi di quando c’era la destra e la sinistra e i politici erano dei corrotti faccendieri di confindustria e camorra? Si’ me lo ricordo ancora, ma adesso sono guarito.

    da zioFa   - domenica, 26 ottobre 2008 alle 12:24

  3. l’unica è assurgere cossiga a paradigma delle ‘cose irrilevanti’
    così non si corre il rischio di dimenticarlo.

    da daniele   - domenica, 26 ottobre 2008 alle 13:46

  4. E io proporrei anche una bella moratoria sulla giustificazione pass-partout della ciclotimia, per tirare ancora una volta una bella passata di bianchetto su queste amene dichiarazioni del nostro Emerito. no, signori e signore, mi sono stufata di sentire liquidare queste frasi in libertà sempre come i “Deliri di un vecchio politico malato”, penso che le azioni che ricorda – con grande precisione nei dettagli e immagini evocative (“le sirene delle ambulanze che coprono quelle della polizia”) – siano piuttosto l’Ossessione (malata) di un politico delirante, dritti dritti fino a noi da un’epoca in cui non era neppure vecchio.

    da catpower   - domenica, 26 ottobre 2008 alle 21:02

  5. Caro Alessandro,
    Io non riesco a non provare orrore, ci sto provando, da tempo a smettere di indignarmi, di guardare oltre i muri che stanno costruendo attorno fatti di paura e di oscenità.
    Anch’io con un lavoro, una famiglia e due bambine vorrei svegliarmi un giorno in un’Italia bella e onesta, dopo 60 anni ci hanno ancora una volta tolto il sogno: subito dopo la guerra quando hanno amnistiato tutti i criminali fascisti, adesso con il lordo alfano, e tutte le altre lordure che ci stanno preparando …
    basta me ne voglio andare da sto paese di m….a
    ziofa io non li ho votati, ma se è vero che la maggioranza comanda, beh allora ce li meritiamo ….

    da Claudio L.   - lunedì, 27 ottobre 2008 alle 10:48

  6. Continuo a pensare che il problema non sia l’uomo, ma quello che lascia.
    Cossiga è una spugna di apparato: assorbe e rilascia umori e metodi che provengono da un altro stato, non da un altro secolo. Quanti ce ne sono di cossiga in giro, senza che un giornalista possa accorgersi della loro esistenza?
    A giudicare dai fatti di Genova, tanti.
    E tra i tanti parvenu leghisti e destrorsi e piddini, quanti stanno ancora crescendo in questa palude?
    Se li pungesse questa mala aria, Dio che brividi.

    da zesitian   - lunedì, 27 ottobre 2008 alle 10:56

  7. ma no captower, non fraintendere – quei nefasti fatti storici vanno sempre ricordati ma non e’ necessario rendere immortale chi ci ha messo la faccia, l'”Emerito” in questo caso, il quale non e’ mai il vero mandante ma solo il (suo/loro) pupazzo, spregiudicato, opportunista, spesso feroce e spietato. Meglio ricordare, nome per nome, chi ha compiuto atti eroici e si e’ davvero sacrificato per la partia non certo questa marmaglia, non credi?.

    da zioFa   - lunedì, 27 ottobre 2008 alle 12:35

  8. Io penso che l’amnistia Togliatti (D.P.R. 22 giugno 1946, n.4), ed altri provvedimenti successivi siano stati atti dovuti alla società italiana martoriata dalla guerra civile 1943/1945. Sono serviti a stemperare gli animi, consolidando nel contempo la pace. Non hanno comunque fatto dimenticare gli orrori del passato… Hanno provocato un legale taglio decisivo alle vendette, a volte addirittura disumane, che si stavano allargando a macchia d’olio nel paese. Un paese il nostro che oggi purtroppo dimostra di non dare il giusto peso alle sofferenze immani che i loro avi hanno sofferto sotto il regime fascista subendo fra l’altro le guerre nefaste dallo stesso provocate.

    da Vittorio Grondona   - lunedì, 27 ottobre 2008 alle 14:11

  9. Gerontocrazia.
    Che altro dire?
    Ciao Alessandro, mi manchi su Radio Popolare…

    da matteo   - lunedì, 27 ottobre 2008 alle 15:26

  10. Grazie per esser stato l’unico a parlarne sui giornali.
    Quando lo prendevate per il culo su “Cuore”, mi stava pure simpatica la sua folle, napoleonesca isteria.
    Dodici anni fa, una dichiarazione del genere sarebbe potuta uscire come satira sul Settimanale di Resistenza Umana, magari col titolo “Kossiga Konfessa” e un bel fotomontaggio del presidente emerito (P volutamente minuscola)vestito da nazista. Oggi è solo la realtà.

    da lucaborello   - lunedì, 27 ottobre 2008 alle 15:39

  11. la stessa tattica la volevano usare da noi, in Valle di Susa. Sono stati sgammati, qui ci conosciamo tra di noi, e durante i cortei NO TAV segnalavamo le presenze sconosciute, dal comportamento anomalo. Noi qui ci guardiamo sempre in faccia…gli infiltrati non lo facevano mai. Venivano circondati e “accompagnati” lontano dal corteo, al quale partecipavano anche i bambini…non siamo mica dei delinquenti, noi abitanti della Valsusa. Abbiamo la coscienza pulita. Mentre la stessa cosa non si può dire dei nostri governanti, e del giornalismo corrotto.
    Sono contenta che il vecchio rimba abbia confessato…era il segreto di Pulcinella, ma finito nero sul bianco è meglio.
    Adesso mi chiedo, se la famiglia di Giorgiana, assassinata dai killer di Cossiga, chiederà i danni.

    da Hani   - martedì, 28 ottobre 2008 alle 11:03

  12. Cari Robecchi e Crozza,
    vorrei per prima cosa ringraziarvi per aver, forse unico esempio in Italia, aperto la trasmissione di Domenica 26 Ottobre con le dichiarazioni rilasciate da Francesco Cossiga nel corso di un’intervista.
    Io sono madre di ragazzi che in questi giorni partecipano alle manifestazioni contro il Decreto Gelmini, uno liceale, una appena universitaria.
    Temo per la seconda, visto che l’emerito Presidente della Repubblica trova….”disdicevole” lasciare sull’asfalto un ragazzino di liceo.
    Trovo pazzesco che si rimanga indifferenti davanti a simili affermazioni….”infitrare nel movimento agenti provocatori pronti a tutto”….”il suono delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia”…”le forze dell’ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale”. Anche i docenti, purchè giovani.
    Propina qualche consiglio anche a Maroni “dovrebbe fare quello che ho fatto io quand’ero ministro dell’Interno”.
    Giorgiana Masi ringrazia. Oggi avrebbe avuto la mia età e, forse, anche lei degli splendidi figli per i quali avere paura. Forse per evitarle queste preoccupazioni che fece entrare infiltrati nella manifestazione dei Radicali, uomini e ordinò che si sparasse sulle donne.
    Che dire. In questo paese abbiamo avuto problemi prima ancora dell’avvento di Berlusconi.
    Io auguro ogni male a Cossiga persona, a mio avviso, profondamente cattiva (è un cattolico o sbaglio?) e rischierei, come madre di ragazzi a cui viene messo in pericolo il futuro, di augurargli cose veramente poco carine, vorrei, quindi, prendere in prestito un paio di capoversi con i quali Giorgio BONGIOVANNI, Direttore ANTIMAFIADuemila termina una lettera aperta al Corriere della Sera su questo argomento.
    ….”Il senatore sostiene che dopo la sua morte sarà ricordato nei libri di storia solo nelle tavole cronologiche.
    Io mi auguro che non sia così. Mi auguro che la storia di Francesco Cossiga non passi inosservata, che i ragazzi possano leggere e studiare sui banchi di scuola del suo passato oscuro, del suo appoggio ai servizi deviati, del suo ruolo nel sequestro Moro, dei depistagli delle indagini relative all’assassinio di un suo compagno di partito, in modo che uomini come lui possano non infangare più la storia del nostro Paese.
    Ancora mi auguro che possa campare tanto a lungo quanto sarà necessario per essere testimone della sua vergogna……”.
    Ce lo auguriamo tutti.

    Roma,lì 28.10.2008
    Emilia Ortolani

    da emilia   - martedì, 28 ottobre 2008 alle 13:02

  13. il bello è che questo vecchio malefico viene costantemente invitato, specie nei salotti di “lecco” sagrestano vespa, dove funge da guru o oracolo, alla quale i gonzi dovrebbero suggere perle di saggezza.. non deve morire prima di essere indicato per l’essere pieno di odio e anti democratico che è, un tipico simil pinochet, servo dei potenti e crudele coi cittadini, soprattutto di quelli più giovani, forza perchè rappresentano il futuro e la speranza rispetto al suo mondo di grigiore e servilismo..
    un tipico papista..

    da neskens   - martedì, 28 ottobre 2008 alle 13:45

  14. Il problema vero non è che Cossiga parli, ma che nessuno (magistrato, giornalista, politico, ecc.) si prenda la briga di costringerlo a dire tutto quello che sa sulle zone oscure del nostro paese. Il vecchio sardo non parla mai a caso. Le cose che dice vanno ascoltate e interpretate bene, anche quando fa sparate tardofasciste come quella di cui parliamo qui.

    Cossiga è l’archivio dei misteri d’Italia. E’ necessario che dica tutto, per poter evitare che i misteri restino storia e non ridiventino cronaca.

    da Marco Spitella   - martedì, 28 ottobre 2008 alle 16:01

  15. Kossiga fa il coming out: Si è vero sono io il Boia Kazimierz Moczarski.

    da BLOB   - mercoledì, 29 ottobre 2008 alle 17:37

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