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ago 08

GQ – Temporale: Le vacanze deficienti

Come tutti sanno per aver letto il Reader’s Digest, il settimanale di cultura generale Chi e per aver visto il Tg5, le ideologie sono in crisi e fuori moda. Ora vanno gli occhiali da sole a parabrezza e le babbucce col vestito da sera. Quindi anche un sacco di scemenze sono passate di moda, infatuazioni passeggere e hobby per snob, come la giustizia sociale, per esempio, o le vacanze intelligenti. Tutti ricorderanno i corsi e i ricorsi di questa frasetta magica, “vacanze intelligenti”. Erano molto in voga all’inizio degli anni Ottanta, poi verso la fine degli Ottanta, poi verso l’inizio degli anni Novanta e poi se ne sono perse le tracce. “Vacanze intelligenti” significava, nel gergo degli addetti ai lavori, che uno invece di andare ad amputare le gambe ai bagnanti con la moto d’acqua andava al Guggenheim di Bilbao. Oppure (esageriamo) che invece di andare a Gabicce Mare con la vaga speranza di accoppiarsi con una turista straniera, andava a registrare il canto delle balene in Baja California con un maestro di yoga. Naturalmente sono esagerazioni: in tutto quel bailamme di “vacanze intelligenti”, a nessuno veniva in mente che le vacanze deficienti erano molto più a buon mercato e che un mese di pensione a Gabicce Mare costa – anche oggi che quella deleteria moda è passata – come un’ora di affitto-barca per vedere le balene.
Del resto, nessuno ha mai detto che le vacanze intelligenti erano per tutti, come si sa l’intelligenza rimane una cosa piuttosto minoritaria.
In ogni caso, non ci sarebbe niente di male se una parte (piccola) della popolazione andasse a fare le vacanze intelligenti nel Wilderness Resort del Canada Orientale e un’altra parte (grande) andasse dalla zia Pina in Calabria in otto in una stanza, ma con il mare ad appena sei chilometri. E’ così che funziona il mondo e bisogna accettarlo: non ce lo dicono forse ogni giorno il Reader’s Digest, il settimanale di cultura generale Chi e il Tg5?
No, il problema, come sempre, è quando la parte consistente si è messa in testa di poter imitare, scimmiottare, o almeno fare finta, di fare come la piccola parte del mondo. Per questo motivo ci sono alcuni spettacoli raccapriccianti che dobbiamo sopportare come segni di modernità: gente che va al Billionaire, e gente che vorrebbe andare al Billionaire, ma non può permetterselo e allora sta fuori a vedere quelli che che ci vanno e gli fa le foto con il telefonino. Non si sa chi fa più pena, ma è una bella gara.
Poi è arrivata la globalizzazione ed è successo il disastro. Quelli che facevano le vacanze intelligenti hanno messo su un deplorevole birignao e hanno cominciato a dire: “Le vacanze archeologiche nello Yucatan? Ch noia!”. Oppure: “Ancora balene? Eh, no, basta!”. Quelli invece che ormai avevano fatto le piaghe da decubito a Gabicce Mare hanno scoperto che un volo low cost per Cuba costa come il pieno della macchina per raggiungere la pensione a due stelle. In più, scoprivano le astute masse, a Cuba la promessa di accoppiarsi era quasi una certezza matematica. In generale, insomma, si prendeva coscienza a livello di massa (scusate le parole antiche, vuol dire “tanta gente imparava”) che il “pensare a chi sta peggio di noi” era un vecchio trucchetto di matrice cattolica. In vacanza, per esempio, pensare a chi sta peggio di noi può rivelarsi un grande affare. Ad esempio andare in quei paesi dove le tue scarpe da tennis valgono otto stipendi di un residente ha le sue interessanti ricadute.
In generale abbiamo dunque oggi questa situazione: grandi masse abituate al turismo sedentario tendono a muoversi verso mete considerate “intelligenti”, a costo di stare rannicchiate per quindici ore nei dodici centimetri quadrati del loro posto su un volo low cost. Astute minoranze ex “intelligenti” e ora preda delle crisi delle ideologie, invece, si svaccano al sole delle spiagge per vip, con il rischio di essere fotografate per sbaglio e di finire sui giornaletti scandalistici. Con il rischio che dall’altra parte del mondo, due settimane dopo, qualcuno spiaggiato su una spiaggia low cost a Santo Domingo dica: “ma che sfigati ‘sti ricchi, sotto l’ombrellone a cento chilometri dall’ufficio”.

1 commento »

Un Commento a “GQ – Temporale: Le vacanze deficienti”

  1. un saluto ad alessandro robecchi, per me è un onore poterti scrivere, visto che non perdo mai un tuo pezzo sul manifesto, anzi lo attendo con ansia. faccio giornalismo e mi ispiro molto a te per scrivere i pezzi. ti trovo geniale. se hai voglia e tempo la mia mail è vladimirnucera@virgilio.it ed il mio blog è http://www.vladnucera.spaces.live.com spero non mi denuncerari perchè ho pubblicato qualche pezzo tuo…e vorrei da te qualche consiglio per imparare a scrivere meglio o meglio a scrivere…visto che un domani vorrei fare il giornalismo! ah sono uno dei tanti sostenitori del manifesto. io leggendolo sono cresciuto bene…e spero pure i miei figli possano farlo se ne avro. saluti attendendo una tua risposta via mail.

    da vladimir   - martedì, 28 ottobre 2008 alle 21:49

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