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ALLARME ROSSO – La sinistra, noi e tutto il resto. Se proprio ci tenete, ecco il dibattito

In cosiderazione che il pezzo sull’identikit di chi ha ammazzato la sinistra ha suscitato dibattito, e del fatto che siamo tutti basiti, straniti e sotto botta – e discretamente incazzati – direi che forse è meglio parlarne. Per iniziare, propongo alcune considerazioni sparse (non necessariamente in ordine di importanza).

1) Una maggioranza di estrema destra e nemmeno un rappresentante di sinistra in parlamento. Tra 630 deputati e 322 senatori non ce n’è uno che si possa definire antiliberista.

2) La sinistra arcobaleno ha sbagliato tutto quello che poteva sbagliare e forse anche di più. Qui il dibattito è aperto: c’è chi dice che doveva far cadere il governo, chi dice che è vecchia, logora, chi dice che togliere falce e martello porta sfiga, che ha leader inguardabili. Però non mi piacciono i toni ipercritici verso Bertinotti, un uomo che, all’apice della carriera politica, poteva anche salutare e dire arrangiatevi e che invece ha bevuto l’amaro calice. Rispetto.

3) Il Pd aveva indicato come soglia minima il 35 per cento e non c’è arrivato. Chi conosce bene le dinamiche della sinistra sa che ora comincia una guerra interna senza quartiere. Dal punto di vista politico è l’immensa e monumentale dimostrazione che andare verso destra (Calearo, Binetti, Colaninno, Ichino, e troppi me ne scordo) non attira i voti di destra e nemmeno quelli moderati. Senza l’apporto di un paio di punti in fuga dalla sinistra arcobaleno sarebbe stato il disastro totale (ancor di più). Dal punto di vista culturale e strategico è ancora peggio, perché temo che la strategia veltroniana del "si può fare" funziona solo se si governa, se si sta all’opposizione bisogna dire "non si può fare". Ho il presentimento che dirà "si può fare" comunque. Il vecchio sogno del Pci di non avere nessuno a sinistra si avvera, come dire, a babbo morto.

4) Voti comunisti finiti alla lega? Com’è possibile? Non sarà che trattare la parola ideologia come se fosse una parolaccia, e le idee come se fossero merda di pollo – strategia mediatico-culturale in voga da 25 anni – alla lunga ha dato i suoi frutti?

Questo per cominciare, e poi vedremo.

Il sito, naturalmente farà (quando possibile) il suo solito lavoro di archivio/laboratorio.

I commenti saranno moderati, non cominciate con la storia della censura che non c’entra niente, è solo per non perdere tempo chi legge, chi scrive, tutti. Ovviamente i commenti saranno aggiornati quando possibile in relazione alla disponibilità di tempi e orari e tutto il resto di noi umani

37 commenti »

37 Commenti a “ALLARME ROSSO – La sinistra, noi e tutto il resto. Se proprio ci tenete, ecco il dibattito”

  1. anche oggi mi trovo a scrivere il primo commento al tuo post.
    ribadisco il mio concetto: bertinotti e tutta la classe dirigente attuale di sinistra hanno sbagliato l’analisi politica, o meglio non l’hanno proprio fatta.
    quello che hanno detto in campagna elettorale è che sono stati estromessi dal pd; ma scusate avrebbero condivoso quel programma?
    la sx è nata come critica al sistema il pd è completamente integrato in questo sistema e cosa avrebbe fatto la sx?
    l’unico che si è permesso di nn votare il rifinanziamento alle guerre E’ STATO TURIGLIATTO ed E’ STATO CACCIATO DAL PARTITO e bertinotti non ha responsabilità?
    alessandro lo ripeto e ne sono convinto: TUTTI A CASA (LORO) e noi TUTTI nelle piazze a manifestare visto che nn ci aspettano dei bei momenti

    da nello mainente   - martedì, 15 aprile 2008 alle 15:47

  2. E’vero, è terrificante che sia scomparsa la sinistra.
    Terrificante.
    Ma sulla sinistra arcobaleno, la penso in maniera un po’diversa.
    Incollo il mio ultimo post, in cui spiego la mia posizione:

    Una banda di razzisti ed ignoranti supera l’8% (e nel nord arriva a risultati inimmaginabili). E questo proprio non me lo aspettavo.
    Il prossimo presidente sarà di nuovo uno che in un altro paese starebbe in carcere, e questo un po’me l’aspettavo, anche se la mancanza nella maggior parte degli italiani di un minimo di rispetto per la legalità e per la moralità mi stupisce sempre, e continuerà a farlo.
    C’è stata una svolta a destra, ed è scomparsa la sinistra. Ecco, questo mi ha sconvolto. Mi vien da dir loro che mi dispiace da morire, ma che avrebbero dovuto capire che le parole servono a poco, e che, appurato che in Italia la sinistra da sola non potrà mai governare e che la vita è fatta di compromessi, ad un certo punto bisogna schierarsi e decidere da che parte stare, e soprattutto contro chi stare.
    Ora più che mai a noi tocca fare opposizione, fare cultura, combattere contro il nuovo regime e vigilare contro i nuovi editti bulgari e le leggi ad personam.
    E il 25 aprile tutti a cantare Bella Ciao.
    Ora però lasciatemi piangere.

    da stellavale   - martedì, 15 aprile 2008 alle 15:52

  3. ah ma allora il dibattito si fa serio!
    ok premettiamo che la sinistra non e’ morta ma e’ (speriamo) morta la sinitra politicANTE, seguo la tua traccia punto per punto
    1) “Una maggioranza di estrema destra e nemmeno un rappresentante di sinistra…”
    ebbe’ occhio non vede e cuore non duole – dammi retta’ e’ meglio cosi': continueranno silenziosamente a picchiarci il cipputiano ombrello nel c*lo ma almeno non ci faremo il fegato amaro.
    2) “La sinistra arcobaleno ha sbagliato tutto quello che poteva sbagliare e forse anche di più.” la sinistra, arcobalena, quercia, diossina i centri e tutto quanto non ha seguito nel ventennio la viperaccia nana, finche’ non capira’ un ca**o del perche’ anche stavolta ha perso, restera’ sempre piu’ chiusa nello sgabuzzino politico. Vabbe’ do’ un aiutino io: BERLUSCONI HA 3 TELEVISIONI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
    3) “Il Pd aveva indicato come soglia minima il 35 per cento e non c’è arrivato” Se contiamo che e’ stato messo in piedi dalla sera al mattino in tutta fretta con lo scotch da un moscio come capo secondo me non ha fatto nenache male (http://politiche.interno.it/politiche/senato080413/S000000000.htm) ed e’ un buon punto di partenza. Io comunque non lo votero’ mai.
    4) “Voti comunisti finiti alla lega? Com’è possibile?”
    mi ripeto: dopo un ventennio di propaganda con 3 (TRE) televisioni (si f*ttano giornali e resto) a propinare subsubsubcultura, qualche effetto sul sociale italiano l’avra’ pur lasciato, no?

    E per finire suggerisco un programma in 3 punti per i futuri (se ci saranno) governanti non berlusconiani:
    1) dopo il 1mo secondo di insediamento togliere 2 TV a berlusconi e RAI e legiferare affinche’tutti possano aprire 1 SOLO canale TV.
    2) a casa i pregiudicati – chi ha avuto noie con la legge non potra’ piu’ governare il paese
    3) chi ha gia’ governato una volta ed ha perso le elezioni si deve ritirare da QUALUNQUE carica di governo. E con questo abbiamo risolto anche il problema svecchiamento della classe politica.

    ps: Robecchi scusa la lunghezza ma non son riuscito a trattenermi di piu’ :)

    da zioFa   - martedì, 15 aprile 2008 alle 16:17

  4. Capisco, ma un po’ più brevi, grazie. Non esageriamo con le fantasie: pensare di proporre oggi una legge che taglia le tv a Berlusconi è pura fantascienza. Da domani ne ha 6.

    da a.r.   - martedì, 15 aprile 2008 alle 16:50

  5. La scomparsa della sinistra mi sembra evidentemente causata dalla somma – in proporzioni diverse a seconda dei punti di vista – di vari fattori: voglia del PD di smarcarsi per sempre dagli “estremisti”, due anni di governo non esaltanti, etc. Più che altro ragionerei sul fatto che se una netta maggioranza di questo paese vota per due tizi, di cui uno ha più avvisi di garanzia che capelli in testa, e l’altro gioca a provocare rivolte in Libia, con un bel contorno di mafiosi e razzisti, vuol dire che questo paese è marcio dalle fondamenta…

    da mr   - martedì, 15 aprile 2008 alle 17:29

  6. Penso che prendersela con Bertinotti sia profondamente ingiusto. La strana politica sociale dell’Unione ha creato il malcontento generale dei meno abbienti e di conseguenza si è generato, sia a destra che a sinistra, un desiderio sottile di particolare vendetta. Assecondare le missioni di guerra poi è stato terrificante ed assolutamente indigesto per gli elettori di sinistra. La farsa dell’accordo sindacale sulle pensioni, l’indulto non pianificato, la rapina del TFR sono strategie talmente negative che non hanno nemmeno bisogno di essere commentate. Non accettare nell’instabile cartello elettorale del PD il simbolo del pluricentenario PSI, lasciandolo quindi fuori, è stato un errore imperdonabile, soprattutto in presenza di uno sbarramento al 4% e all’8%. Che dire poi del voto utile? Gli errori in politica si pagano, ma prima o poi si possono anche rimediare… Non buttiamoci giù, quindi… In questo momento sta parlando da Radio Radicale il Walter nazionale… Gli dispiace che SA non abbia rappresentanza in Parlamento. Lacrime di coccodrillo?

    da Vittorio Grondona   - martedì, 15 aprile 2008 alle 17:42

  7. Gli italiani mediamente sono conservatori e diffidenti (dopo tutto il fascismo e la chiesa sono entrambi nati in Italia).

    Anche la sinistra cosiddetta critica e’ conservatrice (infatti sia il Manifesto sia Liberazione non hanno una strategia Internet). Inoltre e’ un po’ scollata dalla realtà: infatti si e’ scatenata contro Giuliano Ferrara dandogli ulteriore visibilità, quando anche lui ha avuto un risultato elettorale molto modesto.

    Le televisioni hanno un ruolo, ma percentualmente ridotto. Infatti la Lega ha avuto un vero trionfo e di televisioni non ne ha.

    da Gianni   - martedì, 15 aprile 2008 alle 18:05

  8. Di attenuanti la SA ne ha anche, visto che Veltroni li ha colti di sorpresa, ma hanno strameritato la lezione.
    Ho visto il meglio dell’Italia, rappresentato dai movimenti come No Tav e No Dal Molin, e gli eredi di Genova 2001, abbandonati e manganellati (mediaticamente e no!) dal governo amico.
    E la sinistra de governo buona e zitta, a dire che non bisogna neanche fischiare Ferrara, poi tutti da Vespa a fare la ola!
    Mi sono beccato del fascista dalla governatrice del Piemonte Bresso che ora, unita al già-picchiatore-fascista Martinat (beccato in intercettazioni a manovrare illecitamente gli appalti Tav) proclama che il voto è “un plebiscito per il Tav” e che manderanno i carabinieri per far rispettare il buon diritto degli speculatori, pardon dello sviluppo.
    (Per inciso: ci han già provato, invano :-p)
    Migliaia e migliaia di cittadini attivi e consapevoli trattati a pesci in faccia, quando la loro battaglia è semplicemente LA risposta al modello liberale a spese dello Stato.
    Migliaia e migliaia di lavoratori precari che non sono rappresentati da sindacati legati a vecchi modelli di lavoro e rappresentanza. Legati al Novecento, ma senza Berlinguer e Pajetta.
    Hanno perso quasi tre milioni di voti. Che coincidenza! Giusto i tre milioni di immigrati regolari che ricordavi tu.
    E poi ancora gliene viene…

    da Abesibé   - martedì, 15 aprile 2008 alle 19:29

  9. se nella vita non si facessero errori ci sarebbe da preoccuparsi, e naturalmente se non ci si prova,non si commettono errori. dato certo è che dall’interno, allo stato attuale,pare abbastanza arduo lavorare ad un nuovo modello di sviluppo. per governare in italia bisogna ancora fare i conti con tutta una serie di favori che di volta in volta bisogna concedere: chiesa, mafia, confindustria, banche etc etc.
    ci si è cullati nell’illusione di essere pronti a governare, ma credo che in nessun paese del mondo ancora, le istanze delle classi meno abbienti, godano del favore di una adeguata rappresentanza. rimbocchiamoci le maniche.

    da daniele   - martedì, 15 aprile 2008 alle 20:39

  10. 1) se non c’è nemmeno un rappresentante non sia data la colpa a Veltroni: unendo la Sinistra Brancaleone con gli altri due (!)partitini comunisti e ad personam, la sinistra avrebbe superato lo sbarramento.
    2) su bertinotti e il calice di fuoco, rimando chi abbia voglia di rinfrescarsi la memoria alla famosa intervista del 4/12/07 su repubblica:
    http://www.repubblica.it/2007/10/sezioni/politica/tensioni-unione-1/bertinotti-giannini/bertinotti-giannini.html

    da stefano   - martedì, 15 aprile 2008 alle 21:15

  11. 2) Rispetto totale per uno dei pochi educati politici del panorama italiano. Ma questo non toglie che le critiche per come ha condotto la linea della campagna elettorale sono anche e soprattutto sue.
    4) Si. Hanno dato i loro frutti e la sinistra non lo ha capito perchè si è interrotto il dialogo.

    da Gianluca Aiello   - martedì, 15 aprile 2008 alle 23:15

  12. E’ da qualche anno che spesso, la sera, mi ritrovi a leggere i corsivi di Mario Melloni (aka “Fortebraccio” per i giovani) scritti a partire dal ’69 fino al ’81.
    Beh, ogni sera mi accorgo che quella voglia, quel modo di vivere e pensare “diritto”, quel desiderio di equità vengono a mancare, ogni giorno di più, non solo nelle persone che dovrebbero rappresentarne la massima espressione(i politici) ma, purtroppo, nella parte di popolo che questi sentimenti condivide.
    E qui mi rivolgo ai comunisti, in particolare ad Alessandro Robecchi, entrando di prepotenza nella discussione con la seguente domanda :
    Cosa avrebbe scritto Fortebraccio dopo questi risultati?

    da Pablo   - mercoledì, 16 aprile 2008 alle 01:52

  13. Chi conosce bene le dinamiche della sinistra sa che ora comincia una guerra interna senza quartiere.

    Volevi dire “Chi conosce bene le dinamiche della DC”, vero?

    da .mau.   - mercoledì, 16 aprile 2008 alle 18:10

  14. Caro Alessandro, la riflessione io me la sto facendo onanisticamente nella privatezza del mio blog personale (se senti un suono “bz bz” è per via dell’onanistico sapore del tutto), tra una ricetta e un capetto ai ferri. Però volevo farti notare che la merda di pollo ha un oggettivo valore, almeno in agricoltura, dato che è un buon fertilizzante. Per cui NON direi che la parola ideologia sia stata trattata come merda di pollo: ecco, casomai come merda di maiale, quella che prima dell’invenzione delgi impianti per farne metano non poteva essere usata in alcuna maniera e per di più puzza in maniera ATROCE.

    da Typesetter   - mercoledì, 16 aprile 2008 alle 18:11

  15. Non concordo affatto con la tua considerazione su Bertinotti.
    Io credo che la fine di Rifondazione Comunista sia iniziata con il congresso di Venezia, quando con una maggioranza risicata nel partito ci ha imposto di entrare prima nel governo, poi a fare fuori le corpose minoranze interne del partito, poi a sistemarsi sullo scranno di Presidente a Montecitorio, barattando la dignità dei lavoratori con il suo narcisismo da leader, che ci è valso, per sua colpa, un ministero di serie B, considerato che le corpose deleghe sono passate a Damiano e noi ci siamo occupati, parole di Ferrero, “di zingari, vecchi e drogati”.
    E l’abolizione della legge Biagi? E le missioni militari all’estero (Libano)? E la rivalutazione delle pensioni minime? E la legge sul conflitto d’interesse? E il mondo della scuola? ecc. ecc. Mi fermo qui.
    Dal congresso di Venezia la vita democratica dentro il partito è stato pari a zero, sono state sempre imposte soluzioni di vertice e la base sempre e comunque esclusa. Non ultima un’alleanza, quella dell’Arcobaleno, che abbiamo saputo dai giornali, con lo scandalo di vedere i nostri gruppi molto più attenti a sistemare le pedine dei candidati che ad ascoltare il territorio. Il risultato si è visto. (Controllate i collegi provinciali, non ce n’è uno in cui non siano sorti problemi! Chiedete dell’appoggio a Rutelli e vediamo cosa vi rispondono!)
    I compagni ci hanno voltato le spalle? Hanno ragione e hanno fatto bene, la catarsi che ci aspetta farà bene a tutti, per prima a noi che siamo stati lontani dal nostro mondo, quello del lavoro, e poi, mi si scusi il termine, a tutti coloro che a furia di stare con il culo su una poltrona, hanno perso l’uso dell’azione, avendo intorpidito i muscoli.
    Farli lavorare un po’ gli farà bene, ne hanno bisogno. Non sarebbe male se li mandassimo, al pari di Mao, a raccolgiere un po’ di patate insieme ai contadini o ad avvitare viti con gli operai. La rieducazione al lavoro vero, ecco cosa manca.
    Maurizio Spezzano, segr. circolo PRC Labico (Roma)

    da Mauspezz   - mercoledì, 16 aprile 2008 alle 22:47

  16. Le considerazioni maturate nelle stanze di un circolo dedicato vanno prese con le molle. Spesso sono reazioni a caldo che seguono una sconfitta. Tanto è più grande la sconfitta tanto è più pesante la reazione negativa, illuminata dal senno di poi. Bertinotti, ripeto, non merita le critiche pesanti, stranamente provenienti in maggior parte proprio dalle basi attive del suo ex partito. Non gli si può negare in alcun modo la sua alta capacità politica e sociale. Le regole per gli yessman pagano solo quando si “lecca” un padrone ricco e potente. Quando invece si rappresenta il popolo bisognoso è necessario mostrare i denti tutte le volte che fosse necessario farlo, senza tanti complimenti interessati. Il PRC ha purtroppo scelto ingenuamente la strada del governo ad ogni costo. Ha ignorando le esigenze della base per assecondare politiche palesemente antipopolari e spesso contrarie addirittura ai patti del programma elettorale. La base delusa, spinta fortemente dalla nefanda richiesta continua del voto utile per sconfiggere numericamente (sic) l’avversario, ha risposto sgretolandosi fra PD, IDV, Lega Nord e, tragicamente, astensione dal voto. Il PD da parte sua ha passato parecchi consensi all’UDC. Mischiare diavolo ed acqua santa (DS e Margherita) si generano “casini”.

    da Vittorio Grondona   - giovedì, 17 aprile 2008 alle 10:30

  17. in risposta ai punti da te sollevati caro Alessandro
    1)e` un fatto : la sinistra non e` piu` nelle istituzioni: ma le sue istanze non sono sparite. Questa e` l’incul.ta galattica

    2)presentarsi con un nome (Arcobaleno) da detersivo per bucato e cancellare il simbolo che in Italia ha meno da vergognarsi…e con quattro gatti che bisticciano pure sul vaso da fiori da mettere in balcone … insomma : NON me la sono sentita neppure io. E non vi dico ci fosse in vita mio nonno partigiano: li avrebbe rpesi tutti a calci nelle balle
    3) cosa vogliamo ancora parlare di PD Binetti Calearo …questo e` il PSI di Craxi con la faccia da bravo bambino di Veltro.. basta dire che e` colpa sua: semplicemente non c’entra unn c..zo
    4) anche qui non sono d’accordo: da vent’anni ci si parla addosso di idee troppo antiquate e teoriche ed in pratica si va a piangersi addosso nei salotti nostalgici. Ovvio che la gente vuole essere libera di parlare del problema ROM, sicurezza, prostitue e impresa senza farsi insultare o commiserare da un fricchettone snob col culo parato …

    da Angelino   - giovedì, 17 aprile 2008 alle 12:17

  18. Una nuova sinistra che sappia dire no ai poteri forti, ma che non lesini critiche anche al proprio mondo di riferimentoi sindacati etc.

    Una nuova sinsitra che consapevole delle trasformazioni socilai, sappia dare una risposta al neoliberismo.

    La questione è lunga e complessa, ma non disperdiamoci!!!

    In fondo ne uccide di più la depressione che la repressione.

    A Milano ci si strova alla mayday dei precari. L’unica manifestazione di piazza che aumenta i numeri di anno in anno, senza copertura mediatica e senza partiti….
    In europa tutti ad aquisgrana:
    http://www.euromayday.org/
    http://www.precaria.org/

    da ullo   - giovedì, 17 aprile 2008 alle 13:23

  19. martedì 15 aprile 2008

    Alé: l’analisi del voto.

    Gli italiani più intelligenti dei partiti.

    Il voto del 13 e 14 aprile è un voto molto interessante che qualifica ancora una volta gli italiani come un popolo che accuratamente valuta, analizza e che di conseguenza compie delle scelte.
    I risultati, come è logico che sia, permettono di compiere delle analisi su Destra e Sinistra e di valutare le precedenti elaborazioni svolte.
    Per quanto riguarda la Sinistra sono oramai quasi dieci anni che perde il confronto elettorale e si interroga sulle cause. Infatti anche il passato governo, a detta degli stessi appartenenti alla coalizione, non aveva ottenuto i numeri per governare.
    E’ chiaro invece a chi si occupa di Comunicazione che gli italiani votano e voteranno sempre, a causa dell’emersione del pluralismo, non i partiti ma sistemi di raccordo di valori, collegati con la propria soggettività. Ed ecco infatti la maggiore affluenza per le amministrative, i buoni risultati di Italia dei Valori e Unione di Centro e soprattutto la vittoria della Lega che non è un partito ma un riferimento di valori in relazione al territorio. Lo stesso Berlusconi non è un partito bensì un referente di valori, mentre Veltroni è ancora la residua espressione di un partito.
    I nomi confermano: Popolo delle libertà da una parte, Partito Democratico dall’altra.
    Ed ancora gli italiani scelgono chi dice di fare (Berlusconi) rispetto a chi promette un approccio (Veltroni). Ed hanno mandato “a casa” chi nei due anni precedenti “non ha fatto” ma ha informato solamente.
    Errato sarebbe però pensare che non esiste il valore ecologista nel Paese, il valore della solidarietà, il valore del contrasto alla globalizzazione e di difesa dell’identità, ma vero è che non ci sono persone tra i partiti, in quanto a questi appartenenti più che a quelle scelte soggettive, riconosciute come in grado di impersonificare quei valori. Infatti nel nuovo Parlamento non ci saranno più i Verdi e la Sinistra radicale. Da qui la necessità sempre e comunque di una borghesia tecnica capace di agire nei sistemi soggettivi. Quindi la Sinistra non ha ancora capito, ed ormai è quasi patologica la cosa, che sono i partiti (rappresentanza e rappresentatività vecchie) ad essere giustamente rifiutati dal dopo tangentopoli.
    Il problema investe direttamente la Comunicazione e la questione diventa:
    Come si crea un sistema di riferimento di valori?
    Per questo Berlusconi, come anticipavamo già prima delle elezioni del 2001 nel libro “La comunicazione nell’età della Destra”, è un ottimo comunicatore ed ecco perché la Destra era indicata da Federico Spantigati già nel 1995, come documenta lo stesso libro, come “il futuro della comunicazione”, dimostrandone di esserne più che mai oggi il presente. Mentre la Sinistra interpreta la frase “Berlusconi è un ottimo comunicatore” con l’immagine ed il possesso dei media cercando di eguagliarlo su questi aspetti, Berlusconi agisce per strategie e contenuti sugli interessi per ottenere risultati. E’ chiaro, a chi opera professionalmente e culturalmente nella Comunicazione, che in quasi tutte le sfaccettature, le persone, le iniziative piccole o grandi legate al Partito Democratico o alla Sinistra, è emerso un approccio alla comunicazione come informazione, cioè come capacità meramente tecnica di utilizzo di un mezzo informativo (relazioni con i media, siti web, video, eventi…) mentre il mezzo è solo appunto uno strumento per stimolare prima la convocazione ed informare poi sul sistema di valori nella struttura della società pluralista e modificando l’organizzazione secondo le risposte ricevute.
    Ciò vale in politica, come per una impresa, come per qualsiasi, anche banale, attività commerciale o meno, che richieda espressione e considerazione.
    Per fortuna che ci sono gli elettori (e in altri settori altri stakeholders) che scaveranno sempre di più sotto le macerie della vecchia partitocrazia e che dimostreranno sempre, anche a chi ne prodiga un annientamento per “partito preso”, che il pluralismo è inarrestabile e che solo i pochi Comunicatori pluralisti sono in grado di gestirne i conflitti, utili alla evoluzione sociale, che provoca. Di questo dovranno sempre avere alta considerazione, rinnovando continuamente le relazioni e le strategie, sia la Destra che la Sinistra.

    da pf   - giovedì, 17 aprile 2008 alle 21:58

  20. Mi fa piacere che ci sia ancora qualcuno in questa Italia di mafiosi e liberisti che pensa alla nostra povera sinistra ! Io ho voluto votare SA a prescindere, per non dare il gusto a Veltroni di prendermi per le terga, ma una disfatta tale non me l’aspettavo proprio. Ho visto che il PdCI si sta organizzando con una nuova iniziativa (Comunistiuniti) ma non so se ce la farà…per me, a sinistra ci son state troppa demagogia e troppe promesse, ma scarissimi fatti, ed è stata questa la causa della sconfitta…critico anch’io Bertinotti, che la base non ha potuto scegliere ma che gli è stato imposto dall’alto! Bertinotti per me è un ottimo parolaio, ma non adatto, nonostante la lunga esperienza politica, a rappresentare una forza di sinistra capace di migliorare concretamente la situazione di lavoratori, precari, immigrati, donne, pensionati, gay…e neppure il suo probabile successore Vendola, che dicono abbia “carisma”, mi sembra sia granchè “con i piedi per terra”…di questo passo la sinistra si ridurrà ad un circolo di filosofi amanti della poesia, nostalgici del bel mondo perduto ante-Muro di Berlino…

    da Carla   - sabato, 19 aprile 2008 alle 17:20

  21. Da che mondo è mondo la politica ha sempre rappresentato gli interessi economici delle varie parti sociali. Ma che futuro poteva avere una sinistra che per l’appunto si vantava di rappresentare ” zingari, clandestini, gay, irregolari e black block ” contro una realtà italiana che fà fatica ad arrivare a fine mese, che non riesce a mandare i figli all’asilo e/o a scuola perchè non vede difesi i propri legittimi diritti e vede difesa non più la realtà lavorativa, ma una realtà di stranieri non integrati?? credo che la sinistra dovesse prima pensare a difendere la capacità della nostra società alla ricezione degli stranieri regolari e non , prima degli irregolari stessi. e credo che questo l’abbia pagato.

    da PIPPO   - lunedì, 21 aprile 2008 alle 14:01

  22. @ pf che dice: “Mentre la Sinistra interpreta la frase “Berlusconi è un ottimo comunicatore” con l’immagine ed il possesso dei media cercando di eguagliarlo su questi aspetti, Berlusconi agisce per strategie e contenuti sugli interessi per ottenere risultati.”

    eguagliarlo? e che c’e’ qualche partito di sinistra che mi sfugge che ha 3 TV e una chilometrica filiera di proprieta’ di cui + della meta’ in grado di portare voti dalla sua parte? ma quale grande comunicatore, ma lo senti le ca22ate che dice a getto continuo? quello li’ ha in pugno l’italia da 20 anni perche’ HA 3 TELEVISIONI e gli altri un pugno di mosche!

    da zioFa   - lunedì, 21 aprile 2008 alle 15:40

  23. La guerra fra i poveri favorisce solo i ricchi. Con la prospettata della tolleranza zero gli immigrati non troveranno una soluzione ai loro problemi. Neppure noi riusciremmo a migliorare la nostra qualità di vita se non riuscissimo a capire come affrontare con dignità ed efficacia il grosso problema della sicurezza che ci assilla. La certezza della pena non è un deterrente per chi si precipiti nel nostro paese spinto dalla disperazione della sua condizione d vita. In molti casi la prospettiva di una possibile pena certa rappresenta il male minore rispetto alla morte, quella sì certa, cui molte persone andrebbero incontro nel paese di origine. Sane politiche di regolamentazione degli ingressi e della conseguente integrazione, lontana dal ghetto e dalle avide logiche del facile guadagno ad ogni costo e dello sfruttamento del prossimo, sono l’unica risoluzione possibile. In caso contrario immigrazione, giustizia e precarietà saranno i perenni problemi irrisolti di ogni nostra futura campagna elettorale.

    da Vittorio Grondona   - martedì, 22 aprile 2008 alle 12:15

  24. la sinistra ha sbagliato tutto in questa campagna elettorale, ma non c’è alternativa alla costruzione di una Sinistra antiliberista, ambientalista, femminista e..tutti gli ista che vuoi. Non facciamoci più illudere dalle sirene della governabilità fino a che non potremo contare su una forza organizzzata di Sinistra UNITA che superi il 10%.Rifondazione,i Comunisti italiani, la Sin. Democratica, i falcetti e martelletti vari, i Verdi che non andranno a scaldare qualche sedia nel PD, devono unirsi a partire dai paesi, dai quartieri, dalle città, dalle fabbriche e dalle scuole (ma penso che li ce ne siano veramente pochi), devono unirsi per fare opposizione, lotte, movimenti, anche alle giunte di centro-sinistra se questa faranno scelte liberiste, securitarie e antipopolari come hanno fatto in questi ultimi 15 anni. Tra 10 12 anni ne riparliamo ed intanto attrezziamoci ad attraversare la crisi e prepariamoci alle lotte sociali. Non credo sia utile al popolo della sinistra che esiste, soffre e lavora, che per PRC o PDCI si facciano congressi o altro per accoltellarsi un po’ sui loro cadaveri, può essere utile se tutti questi grandi (sic )e piccoli dirigenti, quadri, militanti si daranno da fare a discutere,informare, organizzare opposizione sociale, questa è la priorità e la speranza. L’unità della Sinistra prima di tutto.

    da giancarlo   - venerdì, 25 aprile 2008 alle 23:02

  25. Stasera tardi ho avuto la fortuna di apprezzare la vis comica di Alessandro ospite di Bertolino…forza compagni, bisogna reagire con l’ottimismo e il sorriso a questo clima tetro di sconfitta! ce la faremo!

    da Carla   - sabato, 26 aprile 2008 alle 02:26

  26. già è stato detto molto e giustamente…voglio semplicemente donare un sentito grido di rinascita:
    “COMPAGNI…ricominciamo a combattere sotto il nostro simbolo,LA FALCE E IL MARTELLO!!!!!!!”

    P.S.:non abbiamo più una rappresentanza in parlamento ma abbiamo un qualcosa che molti,anzi troppi,non hanno più:gli IDEALI!!!…non è utopia,è un credo che viene dal cuore!

    da Alex   - martedì, 29 aprile 2008 alle 22:48

  27. ZioFa confermi solo quello che ho detto. Continui a pensare che la Destra prende i voti perché ha i media cioè l’informazione e scambi l’informazione con la comunicazione. Dovresti leggere la Arendt e poi parlare di comunicazione.

    da pf   - sabato, 3 maggio 2008 alle 12:12

  28. el pueblo unido ,e’ questo che ci manca ,un’accordo,troppe sfumature,rinunciamo a qualcosa e lottiamo assieme,e mettiamo in disparte almeno per il momento i filosofi politici,che ai piu’ sono incomprensibili,l’uomo in cashmire ad esempio.In un paese normale,dopo gli apprezzamenti su mangano,di un candidato
    alla presidenza del consiglio cosa potevamo fare: condannare l’episodio in modo corretto e dai toni pacati,cioe da fessi,oppure fare come in spagna con aznar dopo la falsa notizia sull’attentato e,scendere in strada a chiedere legalita’. Siamo troppo ingenui,troppo riflessivi,e ormai stanchi di lottare,in effetti e’ dura,perche’ quando va bene la prendiamo sempre in quel posto,quando va male e’ una catastrofe.Come dice Manu Chao la rassegnazione e’ un suicidio permanente,e’ dura ripartire ma,noi abbiamo una forza interiore che non ci fermera mai. Hasta Siempre NIK.

    da Nicola   - lunedì, 5 maggio 2008 alle 23:00

  29. Secondo me sei troppo tenero con Bertinotti. Altro che rispetto. Ci si è messo d’impegno nel liquidare il suo Partito. Quando è iniziato il governo Prodi per me era già troppo tardi. Entrare in quel governo senza condizioni e senza un accordo serio è stata pura follia. Ora se ne vadano tutti quelli che hanno avallato questo suicidio, da Ferrero a Vendola, da Russo Spena a Migliore.
    Ciao e complimenti per il sito e per quello che scrivi!

    da Luigi   - mercoledì, 7 maggio 2008 alle 16:00

  30. Sul come e perchè SA, che pure ho votato, si sia suicidita ed impiccata con le proprie mani non ho nulla da aggiungere a quanto scritto sopra da Abesibè.
    Qualche mugugno di malcontento, ma alla fine hanno chinato il capo su tutto, anche su ciò che era invitabile come i rifinanziamenti alla missioni di guerra.
    Tutto questo mentre il programma sul quale ci chiesero il voto e che anche gli altri componenti della coalizione di governo avevano firmato e sottoscritto veniva sistematicamente disatteso.
    La contropartita a questi due anni di bocconi amari ingoiati in cambio di niente è che si sono persi i voti – come naturale che accadesse perchè il voto non è un atto dovuto – e ci è pure toccato assistere all’ultimo atto della meschinità prodiana, con l’ormai ex presidente del cosiglio che diceva che a farlo cadere è stata la sinistra e non, come in realtà ben sappiamo, Dini e Mastella.
    Cornuti e mazziati.
    La colpa sta nell’aver troppo a lungo accettato, prima, di essere palesemente cornificati.
    Una cosa però vorrei dire a proposito di quanto accaduto nel nord Italia e cioè la valanga di voti a favore della Lega Nord.
    Temo che la sinistra, tutto o quasi tutta, non stia facendo una analisi corretta su questo fenomeno.
    Lo si liquida come una questione di “dilagante razzismo” senza analizzarne le ragioni.
    Parlo da persona che vive nel nord Italia ( residenza da subito dopo la nascita in provincia di Lodi, lavoro a Milano ) ma senza esserci nato ( marchigiano di nascita come tutta la famiglia ), che ha sempre votato prc o verdi a secondo delle circostanze e che ha in tasca una tessera della CGIL ( anche se al recente referendum sul welfare votai contro ).
    Nel Nord Italia i ceti popolari, i lavoratori dipendenti, gli operai o ciò che ne resta e comunque una gran fetta dei lavoratori dipendeti sempre più sfruttati, sperequati e precarizzati non votano per la sinistra.
    Molti di questi voti, che dovrebbero essere a sinistra vanno a lega.
    Non sono rari i casi di persone che votano lega e vanno al lavoro con in tasca una tessera del sindacato di sinistra.
    In questo, naturalmente, c’è una profonda contraddizione.
    Ed è anche il segno di un grave errore di valutazione, perchè se stai messo male la colpa non è certo dello straniero venuto a cercare fortuna e che sta peggio ancora di te, ma di chi, molto più ricco di entrambi, sfrutta la disperazione di chi per fame è disposto a rendersi schiavo per precarizzarti e sfruttarti ancor di più ( il vecchio, antico, ma sempre efficace concetto del divide et impera ).
    Ma il nocciolo del problema è: quanto la sinistra, tutta la sinistra e non solo quel PD che avendo il coraggio di candidare un Calearo dimostra di essere ormai distante anni luce da questi temi, si sforza per parlare di questi temi ai lavoratori del Nord?
    La Lombardia ad esempio viene data per persa in partenza ed è un grave errore dal momento che ha avuto amministrazioni, sia a livello di regione sia per la città di Milano, guidate da decorosissimi socialisti ( in epoca precraxiana, è chiaro che non sto parlando degli indifendibili Pillitteri e compagnia ).
    Papà, emigrato dal centro Italia dove non trovava lavoro, col suo diploma da perito chimico venne a lavorare in Lombardia nel ’72 e non trovò pregiudizi o chiusura ma possibilità.
    E ha vissuto in una regione che non è sempre stata governata dai vari Formigoni.
    Ma oggi ( o meglio da venti anni a questa parte e forse più ) che cosa fa la sinistra per parlare ai lavoratori del nord Italia, per cercare di rappresentarli, di tutelarli?
    Questi lavoratori spesso finiscono per cadere nella propaganda xenofoba e falsa di chi non vuole realmente cambiare la forma delle istituzioni ma solo spostare e decentrare il luogo del furto da Roma ad altrove, in modo che possano poi “mangiare” loro invece degli altri; ma questo accade anche – e sul lungo termine accade soprattutto – perchè non hanno interlocutori a sinistra.
    La sinistra, il PD e non solo, a parti pochi nomi degni del massimo rispetto ma non adeguadamente valorizzati dai loro stessi partiti – come ad esempio Monguzzi dei verdi o Gay del prc – è composta da una “burocratja romana” assolutamente indifendibile, compromessa, chiusa nella propria torre d’avorio, scollata dal paese e sopratutto da quel settentrione che non conoscono e neanche tanto velatamente disprezzano, convinti che sia composto solo da trogloditi razzisti cui piace la polenta.

    Su queste basi è inevitabile che vada a finire che gli operai del settentrione votino Lega.
    E questa è una sciagura.
    Ma è una sciagura a proposito dei quali la sinistra, o meglio la colpevole assenza di impegno dei partiti di sinistra su questo territorio, ha pesantissime colpe.

    E senza riconquistare almeno parte di quella che, oggettivamente, è la parte più produttiva del paese, non illudiamoci, non si torna a vincere più.

    da Enea   - giovedì, 8 maggio 2008 alle 15:18

  31. Il guaio è che gli italiani di media e bassa condizione sociale sono giunti alla necessità contingente di avere fretta. Essi sono i veri tartassati del nostro sistema fiscale e sociale. I lavoratori dipendenti sono ormai stanchi di accettare la delocalizzazione incontrollata della produzione italiana che mette ogni giorno sempre di più a rischio il posto di lavoro. Il lavoro nero del sud e del ricco nord/est, dove si sfruttano rispettivamente i disoccupati e gli immigrati clandestini, mette a rischio anche l’equità del salario di chi ha la fortuna di lavorare in regola. I giovani cervelli devono espatriare per essere riconosciuti o rassegnarsi alle pene precarie dei call center. I pensionati, anche quelli che nel duemila stavano abbastanza bene, oggi si trovano quasi alla fame e nel contempo con la loro parca pensione devono pure provvedere al sostentamento materiale dei figli e dei nipoti che non riescono a trovare sistemazione sociale. La sanità pubblica è difficilmente raggiungibile in tempi accettabili e in pratica anche i più poveracci per curarsi devono ricorrere alla medicina privata. Le tasse locali, aumentate indecentemente, hanno dato la botta finale. In questo contesto si è mossa la politica pre e post crisi… Secondo me male. Specialmente a sinistra. Le primarie sono una bella cosa, ma come sono state organizzate, al di là del successo della novità, hanno contribuito a fare maggiore confusione mescolando i ruoli dei vertici. Hanno imposto dall’alto il leader da eleggere. Il “capo”, secondo me, dovrebbe invece uscire da solo e secondo le sue capacità verificate in una competizione alla pari. Non quindi dagli accordi fra le segreterie di partito come è avvenuto. Le pecore, si sa, seguono, non pensano… Chi si è messo in discussione da solo è rimasto al palo, come era facilmente prevedibile. Infine, dopo le primarie a favore di Veltroni, imposto come leader del neo PD, è saltata fuori la novità del “correre da soli”. Preavviso e causa precisi dell’imminente crisi che stava bollendo in pentola. Con la legge elettorale da paese delle banane, meticolosamente messa a punto pro domo sua da Calderoli, era pacifico che senza coalizzarsi i partitini sarebbero spariti con gli sbarramenti al 4 e all’ 8 per cento, rispettivamente alla camera ed al senato. Di qui è nata la campagna del voto utile, a sinistra (si fa per dire) ovviamente tesa a favorire il più numeroso neo partito democratico che, per “superbia politica”, non ammetteva simboli diversi dal suo. Grande balla ovviamente, visto che Di Pietro è riuscito a proporre il proprio ed ora lo sta felicemente rivendicando. La coalizione frettolosa della parte rimanente della sinistra in SA difficilmente poteva reggere in quanto non aveva avuto il tempo materiale per organizzarsi convenientemente sul territorio, nonostante, lasciatemelo dire, l’ottimo lavoro di Bertinotti. All’inizio qualche speranza consistente poteva esserci, ma la stessa si affievoliva ogni giorno sempre di più grazie alla forte campagna avversa che le stava facendo soprattutto il PD. Nel baillame generale che lo aveva circondato l’elettore operaio è rimasto confuso, dubbioso ed anche sospettoso… Hanno così vinto le banane…

    da Vittorio Grondona   - sabato, 10 maggio 2008 alle 10:59

  32. pf, non so chi sia Arendt ma non mi interessa in quanto l’argomento non ha punti oscuri ma e’ palese o “in chiaro” per dirla in gergo televisivo. La TV e’ un mezzo di diffusione di suoni e immagini ed e’ il piu’ seguito in Italia e se chi ce l’ha in pugno e’ abile a gestirlo… be’, non ce’ bisogno di aggiungere altro.

    da zioFa   - sabato, 10 maggio 2008 alle 11:08

  33. beh, ZioFa, però investire dieci euro in un paio di libri della Arendt non sarebbe una mala idea…

    da a.r.   - sabato, 10 maggio 2008 alle 13:31

  34. mi sa che su un blog della lega sono più preparati di ziofa…non c’è altro da aggiungere.
    Saluti

    da pf   - sabato, 10 maggio 2008 alle 22:07

  35. hehe maddai ragazzi, adesso che centra la preparazione o la cultura con l’accorgersi di essere presi per il culo?
    che bisogno abbiamo di farci dire dagli altri che ci stanno infilando un ombrello da tergo?
    quello che stavo dicendo nei precedenti post e’ che bisogna ricominciare ad usare la propria testa e la propria sensibilita’ per analizzare la realta’ che ci circonda e va bene imbottire di input il cervello ma a volte bisogna anche fermarsi a capire quello che succede, e questo lo puo’ fare anche un’illetterato analfabeta senza bisogno di spendere una lira :)

    da zioFa   - martedì, 13 maggio 2008 alle 09:35

  36. Contesto il punto 1). Sicuramente il Popolo della libertà può (serenamente e pacatamente) essere definito antiliberista. E d’altronde come potrebbe il nostro simpatico magnate delle telecomunicazioni essere favorevole alla concorrenza tra più operatori?
    Grazie
    Lisa

    da Lisa   - giovedì, 15 maggio 2008 alle 16:47

  37. Ha bei tempi quelli che ci vedevano opposti al bar Zanarini, covo del fascio a Imola, noi proletari a meno di dieci metri al bar Colonne. Sopra di noi l’orologio del comune scandiva le ore serali in attesa di vedere un rosso, o un nero, valicare l’Emilia e infilarsi nel loggiato avverso. Ed erano scazzottate degne della miglior difesa politica. Sono passati 30anni, ora i fasci picchiano gli immigrati, i rossi votano lega e si associano in ronde clandestine, ma tutti uniti quando la squadra del cuore vince lo scudetto. Ha bei tempi!!!

    da ernesto   - lunedì, 19 maggio 2008 alle 21:29

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