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nov 07

Canne, orge, sesso: è boom di iscrizioni a Perugia

Siamo presi d’assalto. Così i funzionari delle facoltà universitarie di Perugia descrivono la ressa agli sportelli per le iscrizioni. Non solo in Italia, ma in tutto il mondo si è diffuso il messaggio che a Perugia le opportunità offerte agli studenti siano maggiori. "Potevo fare la Bocconi ma ho scelto Perugia, invece di farmi il master mi farò un’americana", ha detto un aspirante manager. Serpeggia il malumore, invece, nei templi del tempo libero dei vip. Corso Como a Milano è deserta: sono andati tutti a Perugia. Alle facoltà perugine si sono iscritti anche alcuni calciatori e noti personaggi del gossip. Del fenomeno ha parlato anche la rivista Science, dove un pool di antropologi ha sottolineato "la grande energia cosmica liberata da una città dove giovani di tutte le nazionalità scopano come ricci tra una lezione e l’altra". Ma intanto in Italia divampano le polemiche per una rissa del calciatore Adriano, uscito alticcio alle tre di notte dalla facoltà di ingegneria. Preoccupato il sindaco: "Se ogni giovane del mondo che aspira a fare un po’ di sesso e qualche canna vorrà un monolocale qui, presto Perugia confinerà con Firenze".

9 commenti »

9 Commenti a “Canne, orge, sesso: è boom di iscrizioni a Perugia”

  1. Il Bacio Perugina sostituisce il French Kiss nell’immaginario erotico

    da Dust   - venerdì, 9 novembre 2007 alle 15:01

  2. Propongo – tra l’altro – una seconda laurea honoris causa per Valentino Rossi dopo quella in comunicazione.. e l’istituzione del corso relativo::
    CORSO di LAUREA FACCIA DI BRONZO
    con esami obbligatori

    – comportamento da adlescente fino ai 70 anni
    – evasione di tasse in due o piu` stati con ribaltamento di frittata
    – farsi i soldi con pubblicita` (o anche come e` facile farsi amare dagli italiano anche se siamo delle teste di cazzzo)

    da AnBiTo   - venerdì, 9 novembre 2007 alle 15:57

  3. Viene sempre più a galla l’idea, sicuramente sbagliata, che i giovani per divertirsi abbiano bisogno di un aiutino esterno. Droghe droghette e cannette abbondano nelle notizie che provengono dalle scuole e dalle discoteche. Mi pare sciocca questa triste realtà in un mondo giovanile dove tutto l’essere umano è nuovo di fabbrica e quindi di sicura efficienza. Basta crederci, liberare la mente dalle idiozie ed il gioco è fatto. Secondo me gli interessi perversi del giorno d’oggi hanno squilibrato i rapporti fra i sessi generando nel contempo un’errata interpretazione dei ruoli che confonde i giovani e li rende prede facili della malavita.

    da Vittorio Grondona   - sabato, 10 novembre 2007 alle 10:58

  4. Gentile Robecchi, non posso farmi sfuggire l’occasione di dire la mia su Perugia, città che ho scelto per la mia tesi di laurea, partecipando al concorso di progettazione per il Centro Direzionale di Fontivegge-Perugia, vinto,poi, da un gruppo giapponese. Agli inizi degli anni settanta la città mi apparve bellisssima per cui mi appassionai allo studio della sua storia urbanistica e artistica. Quando mi recai, in gruppo, per il sopralluogo, arrivando alle undici di sera, trovai una città silenzionsa, con tutti i locali chiusi e gli alberghi pieni. Un proprietario di bar, mentre chiudeva, ci rifocillò alla meglio e ci accompagnò presso una pensione appena fuori città. La mattimna, invece, la città brulicava di attività e turisti. Vedere ,oggi, che la mia città d’elezione, di notte, è sveglia e che gli studenti non sono più come una volta a studiare, ma passano tutte le notti in bianco, mi ha fatto impressione, dovendo toccare con mano la realtà di un delitto “global”, tra studenti di vari nazionalità che invece di diffondere fratellanza, aprono le porte a scenari funesti.

    da isabella guarini   - sabato, 10 novembre 2007 alle 12:02

  5. Ti scrivo perchè sul sito http://www.radiocarcere.com ho messo un post in difesa di Patrick Lumumba. Ho letto l’ordinanza di misura cautelare e, oltre alle dichiarazioni della Konx, non ho trovato un solo elemento di prova contro Lumumba.
    E’ un fatto grave, che dovrebbe farci riflettere meglio sull’uso che si fa in Italia della custodia cautelare in carcere.
    Riccardo Arena

    da Riccardo Arena   - lunedì, 12 novembre 2007 alle 16:29

  6. Purtroppo è così. Ormai i colpevoli e gli innocenti li decidiamo noi. Oseresi dire “a naso”. La televisione ed i giornali fanno il possibile per incanalare dove vogliono loro la nostra definitiva opinione. E’ un gioco perverso dei potenti che sperano nella forza opinionista per influenzare, spero invano, le sentenze. O magari solo per riempire tonnellate di carta stampata. Io per default sono disattento a queste cose. Aspetto pazientemente il completarsi dell’iter giudiziario. A volte non condivido le sentenze, ma che ci posso fare? Mica è mio il compito di cercare e di verificare le prove!…

    da Vittorio Grondona   - lunedì, 12 novembre 2007 alle 20:39

  7. Caro Signor Grondona,
    condivido le sue osservazioni sul binomio: mala infomazione e mala giustizia. Anzi aggiungerei un terzo: la mala politica.
    Ciò posto un’osservazione. Certo che non spetta a lei verificare le prove, ma come cittadino le può spettare di osservare e criticare l’andamento della Giustizia penale, alla luce di un fatto concreto. E non è che manchi l’occasione. Rignano Flaminio, il fermo di Alberto Stasi, ora la misura cautelare di Lumumba, ed anche la vicenda del poliziotto di Areezzo. Sono palesi violazioni della legge processuale. Io curo Radio Carcere, che è trasmissione il martedì su Radio Radicale e pagina il mercoledì su Il Riformista. Cerco di dare un’informazione su giustizia e detenzione. Cosa che cerco di fare anche sul sito: http://www.radiocarcere.com. E’ piccola cosa la mia, ma può servire ad orintarsi, a capire il divario che esiste tra ciò che è previsto dalla legge e ciò che avviene nella realtà. Ripeto è solo una piccola voce.
    Riccardo Arena
    (www.radiocarcere.com)

    da Riccardo Arena   - martedì, 13 novembre 2007 alle 12:07

  8. In merito alle osservazioni del signor Riccardo Arena mi sento di dire tre cose. 1) Ammiro ed approvo chiunque faccia qualcosa per i più deboli e bisognosi. Impegnarsi poi per i carcerati mi sembra un’opera squisita e degna di particolare considerazione. 2) Il fermo degli indiziati fa parte dell’iter procedurale delle indagini dopo un delitto. Di solito si ricorre a questa prassi quando esista il sospetto di possibile alterazione, anche involontaria, di eventuali prove. Nel caso specifico di Perugia le prove sono ancora tutte da verificare in modo compiuto. 3) Per quanto riguarda l’incredibile episodio di Arezzo nel quale è coinvolto un poliziotto con l’accusa di avere ucciso il giovane Gabriele Sandri, io nei panni delle istituzioni, della RAI e dei giornalisti, avrei ripiegato subito per l’incidente, come nella realtà mi sembra che si sia effettivamente trattato, senza indicare per esempio che un poliziotto aveva ucciso un “tifoso”. Al posto del “tifoso” poteva benissimo trovarsi un’altra generica persona… E’ ovvio che i facinorosi degli stadi, teppisti a tutti gli effetti, non aspettavano altro che una notizia del genere, chiaramente definita nel contesto di antipatia “tifosi/polizia”, per dare il via alle tragiche vicende che si sono verificate in tutta Italia. Avere un “potere istituzionale” che non riesca a capire queste piccole cose è davvero estremamente desolante. Ogni occasione di panico, va evitata, sempre…

    da Vittorio Grondona   - martedì, 13 novembre 2007 alle 16:30

  9. Caro Arena o letto il post che avete messo su http://www.radiocarcere.com. Mi è molto piaciuto il titolo e anche il contenuto.

    da Fluvio Spina   - mercoledì, 21 novembre 2007 alle 09:30

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