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set 07

Voi siete qui – Dateci un altro rotolo di casta

La casta, la casta, la casta. Il ritornello è facile e conviene adeguarsi. Non sono per niente un sostenitore dell’antipolitica, eppure confesso di aver pensato con un certo malanimo ai 500.000 euro spesi dalla Camera per comprare carta igienica. Per la precisione, ci ho pensato mentre portavo mio figlio alla scuola pubblica, con la sua dotazione di quattro rotoli, più il sapone, espressamente richiesti dalla direzione didattica. Bene. Ora che la casta ha fatto la figuraccia che tutti sanno, che ne direste di passare alle altre caste? Che ne dite dei famosi imprenditori, per esempio? Ogni anno da Santa Margherita Ligure i “giovani imprenditori” ci fanno la lezioncina su come sistemare il paese: le facce sono giovani, è vero, ma i nomi sono vecchi. Per la precisione sono i nomi dei vecchi imprenditori che hanno per figli i giovani imprenditori, che dal papà hanno imparato tutto, compreso il piagnisteo del povero imprenditore che chiede soldi allo stato. Forse, se la lotta di classe è fuori moda è anche perché si sa senza alcun dubbio chi l’ha vinta. Purtroppo, nel capitalismo italiano non c’è la crescita zero: interi consigli di amministrazione sono figli e nipoti di presidenti di consigli di amministrazione e via così, decine e centinaia di migliaia di carriere che si spiegano con la sola forza di un cognome. In pratica un paese ereditario, dove la casta della politica è solo la punta dell’iceberg, tanto che pare diventata pure lei, come i lavavetri, un capro espiatorio. Così, mentre tutti sono concentrati sul prezzo delle lasagne al ristorante del Senato, pochi si accorgono dello scandalo di miliardi e miliardi di euro pompati nelle tasche delle imprese, che prendono con una mano e porgono l’altra per chiedere ulteriore carità. Soldi nostri anche questi, come quelli che spendiamo per dare ai senatori la cernia fritta dorata a 3 euro e 53 centesimi. Soldi nostri che servono a finanziare, mantenere e perpetuare la casta. Un’altra casta, su cui ancora non si è scritto un libro che vada primo in classifica. Urge libro. E urge lotta di casta.

8 commenti »

8 Commenti a “Voi siete qui – Dateci un altro rotolo di casta”

  1. E che dire anche della casta dei giornalisti?

    da Alberto   - domenica, 23 settembre 2007 alle 17:20

  2. Condivido tutto completamente

    da Camminare domandando   - domenica, 23 settembre 2007 alle 18:37

  3. Bravo.
    Che la casta dell’anticasta è pure peggio, secondo me.
    Sarà che invecchio.
    Sarà che non mi appassionano più i comizi, nè gli strali.
    Sarà che non ce n’è più uno che li sappia fare come si deve…

    da RedTurtle   - lunedì, 24 settembre 2007 alle 17:02

  4. Condivido. Proporrei di abolire i curriculum, tanto non li legge proprio nessuno..

    da stellavale   - lunedì, 24 settembre 2007 alle 19:40

  5. Mio padre usava un termine molto efficace per indicare coloro che usavano la politica per fini personali: forchettoni. Si era subito dopo la guerra, per cui penso che il mangiare, senza figura retorica, fosse il problema principale. La casta, invece, esprime l’evoluzione verso prilegi più raffinati , come andare in pensione dopo un ottavo del tempo di lavoro rispetto agli altri, che definisco “castigati”, per aver avuto fiducia in loro.La casta dei politici, in senso democratico, è di recente formazione mentre le altre,economico-sociali-intellettuali-accademiche a carattere ereditario sono antichissime. Il “blood” è l’elemento che coagula danaro e poteri,come nella preistoria. Altro che progresso!

    da isabella guarini   - lunedì, 24 settembre 2007 alle 20:44

  6. In questo momento sto guardando la casta televisiva impegnata al concorso di Miss Italia. Bellissime le ragazze, scemi invece i giochi ideati che mettono inutilmente in difficoltà le concorrenti e non divertono nessuno. La Goggi aveva finito la seconda serata praticamente senza voce. Il suo dottore ha fatto il miracolo: ora non riesce più a stare zitta. Bravo e gradevole come sempre Gianni Morandi.

    da Vittorio Grondona   - lunedì, 24 settembre 2007 alle 22:54

  7. Ustia se condivido.
    Ogni tanto ci imbattiamo in Direttori Generali e AD di trent’anni e pensiamo “ecco uno bravo che dopo il master gliele ha suonate a questi carampani”. Poi si presenta ed è sempre il nipote di.
    “Siamo un paese ereditario” è una delle più belle frasi del giornalismo italiano.
    Eccellente come titolo di un libro.

    da diamonddog   - martedì, 25 settembre 2007 alle 09:53

  8. Non vedo le gare per Miss da sempre, ma ieri sera l’ho vista perché concorreva una ragazza nata nel mio stesso paese natio.La curiosità e il senso d’appartenenza a una terra spesso prevale sulla ragione. La “bellezza” è entrata in finale ma non ha vinto. Condivido ciò che dice Grondona sulla stupidità delle prove e penso che ciò derivi dal fatto che gli organizzatori e la Giuria siano troppo anziani. Primus inter pares è la vittoria più grande, nel senso che sarebbe stato più interessante se la giuria fosse stata composta da coetanei. Essere scelti da persone alla pari è un vero onore. Quando insegnavo nel liceo artistico qualche volta mettevo in palio un voto alto da assegnare a uno solo ritenuto il migliore della classe. La lotta era all’ultimo sangue, ma alla fine riuscivano a selezionare il meritevole che coincideva anche con la mia valutazione.

    da isabella guarini   - martedì, 25 settembre 2007 alle 17:52

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