Alessandro Robecchi, il sito ufficiale: testi, rubriche, giornali, radio, televisione, progetti editoriali e altro
 
gio
20
set 07

Di Pietro: cavalca l’antipolitica e si sloga una spalla

Spiacevole incidente l’altra mattina per il ministro Antonio Di Pietro. Presentatosi a un maneggio nelle campagne laziali, ha chiesto di cavalcare Antipolitica, un bel toro pezzato di 4,2 tonnellate, considerato per la sua irrequietezza una star dei rodei. Nonostante gli addetti ai lavori lo sconsigliassero vivacemente, il ministro ha insistito ed è sceso in campo cavalcaldo Antipolitica per circa due secondi e otto decimi, dopo di che è stato potentemente disarcionato dal toro. "Noi lo avevamo avvertito – hanno detto gli stallieri dopo aver soccorso il ministro – ma non c’è stato niente da fare. Noi qui, che viviamo con queste bestie tutto l’anno, sappiamo benissimo che è molto difficile cavalcare l’Antipolitica". La brutta avventura si è conclusa con una rapida corsa all’ospedale e un referto confortante: slogatura della clavicola e tanto spavento.
Nella foto, il ministro Di Pietro alle prese con il toro pezzato Antipolitica, oltre 4.000 chili di peso

8 commenti »

8 Commenti a “Di Pietro: cavalca l’antipolitica e si sloga una spalla”

  1. in questo contesto la frase “l’antipolitica sta montando” assume un significato sinistro

    da Dust   - giovedì, 20 settembre 2007 alle 11:41

  2. in effetti il significato è equivoco… chissà dopo questa come commenterà Mastella …

    da Karlitos   - giovedì, 20 settembre 2007 alle 16:48

  3. Quesito. Ma se chi richiama la politica ai suoi doveri, fa antipolitica, come si chiama la politica che non fa politica?
    dura eh?
    Riccardo Arena

    da riccardo arena   - venerdì, 21 settembre 2007 alle 14:13

  4. Quella di Grillo io la chiamerei “altrapolitica”. Un sistema, peraltro già usato da altri comici del passato per aprire ridendo gli occhi e le orecchie della gente comune. Io penso che la prima cosa da farsi in questo baillame attuale sia quella di cambiare il sistema della comunicazione. Fin tanto che si lasci ai furbetti di turno la possibilità, soprattutto tecnica, di comunicare le notizie pro domo loro, noi non saremo mai in grado di ragionare positivamente col nostro cervello sui fatti che ci circondano e conseguentemente di riuscire a manifestare coscientemente il nostro vero e ragionato pensiero. Così, soprattutto ora, siamo travolti nostro malgrado dalla corrente dell’ignoranza e dell’arroganza politica. Grillo ci sta offrendo un appiglio cui aggrapparci, ma facciamolo “cum grano salis”. Stiamo attenti cioè a non farci travolgere ancora dall’ignoranza di massa popolare. Non dobbiamo pertanto assolutamente abbandonarci al ruolo di tifosi come se il bene della nostra società fosse visto come un’insulsa partita di calcio.

    da Vittorio Grondona   - sabato, 22 settembre 2007 alle 10:31

  5. Robecchi, i suoi racconti surreali, che poi sono reali, mi divertono perché non annoiano. Lo pensavo giovedì sera vedendo la prima puntata settembrina di Anno Zero. Sinceramente senza contratto, nonostante il Grillo infuriato in differita, la routine della trasmisssione e le lettere di Travaglio hanno qualcosa di indefinibilmente obsoleto.

    da isabella guarini   - sabato, 22 settembre 2007 alle 14:20

  6. Gentile signora Isabella Guarini l’indefinibilmente obsoleto che lei riscontra nella trasmissione di Santoro e nelle lettere pungenti di Marco Travaglio è uno dei vari sistemi interpretativi di come fare informazione. Nel caso specifico abbiamo finalmente capito buona parte di come siano andate le cose nel Vaffaday e soprattutto abbiamo chiarito il contorto pensiero politico di Polito, beneficiando nel contempo della chiarezza politica di Sartori. Lo stesso argomento, per esempio, trattato in una trasmissione come quella di Porta a Porta, più obsoleta della quale non esiste proprio nulla dal mio punto di vista, la sapiente manipolazione dell’informazione da parte di opinionisti scelti ci avrebbe privato dell’autonomia delle nostre interpretazioni. Meglio Santoro con la sua durezza e con la sua precisa scelta dei tempi, meglio Travaglio con la sua precisione dei fatti, meglio Beatrice con la sua giovane intelligente simpatia degli organizzati teatrini del nulla come quello di Vespa o quelli di molti altri moderatori televisivi. Ben inteso questa è la mia modesta opinione personale.

    da Vittorio Grondona   - domenica, 23 settembre 2007 alle 00:37

  7. Caro Grondona, lei è una rara persona dal cuore tenero. Non lo dico per addolcire la pillola, ma perché davvero ho riscontrato in lei questa qualità leggendo i post.In alcuni momenti bisogna essere impietosi e impietriti di fronte al dilagare del doversi accontentare del male perché vi è il peggio. Mi spiego nel senso che dò per scontata la obsolescenza di Vespa, che ha attraversato tutte le stagioni, ma non posso accettare che i giovani, vedi Travaglio, si fossilizzi su un settore da cronaca giudiziaria, scivolando nelle sembianze di un aguzzino, dal momento che le persone da lui citate non sono presenti nella trasmissione. Inoltre, anche gli esperti politologi sono una casta imperitura che sfugge all’attenzione dei telestettatori. Non c’é trasmissione televisiva o radiofonica, o intervista su quotidiani, in cui non compaia il parere del prof Sartori. Se vogliamo cambiare la politica, dobbiamo cambiare anche i suoi sacerdoti e rituali.

    da isabella guarini   - lunedì, 24 settembre 2007 alle 08:34

  8. Quello che io mi aspetto dall’informazione è la chiarezza dell’esposizione dei fatti in modo che io possa decidere come orientare il mio pensiero. Travaglio, per esempio, mi racconta quello che sa e siccome ho avuto la prova che prima di parlare si documenta, le sue informazioni di “cronaca giudiziaria” mi sono molto utili. Nel dubbio, nel mio piccolo, cerco di indagare personalmente consultando altre fonti. Non è nel mio carattere seguire ciecamente un leader od un opinionista. Molte cose di Sartori non le condivido, ma la sua chiarezza mi fa capire perché lui la pensi in un dato modo su un fatto. Stessa opinione ho per Eugenio Scalfari. Pure lui dice tante cose che non condivido, ma come Sartori mi fa capire perché le dice. Detto questo, sono convintamente d’accordo con la signora Isabella Guarini sul fatto che non si debba accettare un male perché vi è di peggio. Il male è male e va combattuto a prescindere. Infine spero tanto anch’io che i “sacerdoti e rituali” (faziosi) della politica subiscano presto un cambiamento radicale. Temo però che sarà molto difficile che il mio desiderio possa esaudirsi.

    da Vittorio Grondona   - lunedì, 24 settembre 2007 alle 11:10

Lascia un commento