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giu 07

Gustavo Selva, non è mai troppo tardi

Dimissioni di Gustavo Selva dal Senato della Repubblica. Un grande passo per il vecchio senatore di An, già direttore del Gr2 detto Radio Belva; un piccolo passo per il Paese. Proprio piccolino, anzi, perché ora segue il solito noioso balletto: dibattito in Senato, voto segreto, Selva che annuncia interventi con toni tribunizi: “Ricercherò nuovamente la legittimazione e l’idoneità etica e morale dei miei atti presso gli elettori italiani”. Che tradotto in italiano significa: a 82 anni, con le elezioni tra quattro, avevo deciso di smettere, e invece mi ricandiderò. Auguri, ma alla fine, francamente, chissenefrega?
Dunque Selva lancia questo suo beau geste delle dimissioni nella speranza che si alzino le solite voci a dire: che dirittura! Che onestà! Vecchio trucco. Ma resta il fatto che non trovando un taxi, non volendo prendere un tram, non potendo lottare a mani nude contro il blocco del traffico, e dovendo recarsi a un dibattito televisivo, il senatore ha preso un’ambulanza. Forse temeva che a Bush, l’uomo più potente del mondo, mancasse il fondamentale appoggio mediatico di Gustavo Selva. Ha insultato e apostrofato con arroganza gli infermieri. Poi ha rivendicato il gesto in diretta tv. Poi ha messo una pezza peggio del buco (“Volevo vedere come funzionava il servizio”). E alla fine ha pure avuto da ridire su qualche minuto di ritardo dell’ambulanza. Non siamo populisti, da queste parti, e dunque non ricorderemo all’ex senatore Selva che per tanti italiani normali l’ambulanza (per l’ospedale, non per gli studi televisivi) nemmeno arriva. Limitiamoci al dibattito di moda sui costi della politica. Perché ora pagheremo riunioni, interventi, tempo, fotocopie, resoconti stenografici, roba che costa. Lui non ha gradito l’indignazione e ha risposto a brutto muso: “Cosa chiedono, che venga impiccato davanti a Palazzo Madama?”. Uh, che melodramma! Basta andarsene, a volte, cumulando le due, tre, quattro pensioni collezionate. In silenzio, senza strepitare. Magari a piedi, non in ambulanza. Adieu.

9 commenti »

9 Commenti a “Gustavo Selva, non è mai troppo tardi”

  1. Bene, bene, Finalmente qualcona ha dato il via allo svecchiamento volontario del Senato. Bravo, Selva, anzi bravissimo! Ma, se non fosse stato per la biricchinata con l’ambulanza, il museo delle cere non si sarebbe sciolto.
    See you later, Isabella

    da isabella guarini   - martedì, 12 giugno 2007 alle 09:39

  2. Quanti ancora si dovrebbero dimettere per fatti ancora più gravi…

    da antonio   - martedì, 12 giugno 2007 alle 09:58

  3. Bisogna riconoscere che almeno un risultato positivo la visita di Bush e la grande manifestazione di Roma l’hanno prodotto.

    da Brando   - martedì, 12 giugno 2007 alle 10:18

  4. Vista l’età dei senatori o dei politici italiani in genere, sarebbe auspicabile fornire più AMBUTAXI. Potrebbero sostituire le auto blu e assistere i politici affannati tra prostate, cataratte, vene varicose, ecc. In una ne possono entrare 6 seduti e/o un paio stesi. Per farsi largo possono usare sirene spiegate e per cercarli basterebbe fare il 118.

    PS
    Su http://www.gustavoselva.it i link non funzionano, è solo una vetrinetta per ringraziare gli elettori veneti che lo hanno mandato in Senato.Regaliamoli subito MEMENTO MORI di Muriel Spark!

    da emanuela   - martedì, 12 giugno 2007 alle 11:43

  5. Lo spettacolo, dramma farsa, è sempre più indecente.

    da Alberto   - martedì, 12 giugno 2007 alle 12:14

  6. Peccato se ne vada. Ora non sapremo mai se l’anatema lanciato da Calderoli era efficace o meno.

    da Paola   - martedì, 12 giugno 2007 alle 12:49

  7. Però è stata una trovata geniale.. Se non ci fosse da piangere, farebbe morire dal ridere……

    da stellavale   - martedì, 12 giugno 2007 alle 14:33

  8. In fondo il parlamanto è fatto ad anfiTEATRO… o no?

    da chenasky   - mercoledì, 13 giugno 2007 alle 12:26

  9. E’ un personaggio dalla dubbia moralità.
    Ha ritirato le sue le sue dimissioni perché per una volta le avrebbero accettate, in barba alle convenzioni di “galanteria” del Parlamento.

    Peccato, l’appello per l’accettazione delle sue dimissioni era andato bene…

    da Alessandro Ronchi   - mercoledì, 18 luglio 2007 alle 09:26

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