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giu 07

Corto Maltese

Al prossimo lussuoso convegno sulle radici cristiane dell’Europa dovrebbero mettere in prima fila 21 sedie vuote. Ci si sarebbero potuti sedere i ventuno esseri umani annegati l’altro giorno a sud di Malta, sui cui cadaveri la vecchia Europa ha allestito un emozionante teatrino. Malta non li voleva da vivi e non li voleva da morti, la Libia non li voleva (manco morti, è il caso di dire). Alla fine se li è portati a casa la Francia, sulla nave militare che li ha trovati e ripescati. Non li vogliamo da vivi, non li vogliamo da morti: basterebbe questo per toccare le giuste note dolenti e cedere un po’ alla pietà, che subito diventerebbe retorica. Il fatto è però che quei 21 cadaveri galleggianti che non voleva nessuno sono pochi. Più di novemila persone sono morte in mare per arrivare in Europa negli ultimi vent’anni, la metà dei cadaveri non si è mai ritrovata. Sono spettri, e quando li si trova, come dimostra il ripescaggio dell’altro giorno, sono una seccatura. Facciano ora politici ed economisti i loro elaborati calcoli. Per esempio se sia un costo accettabile avere migliaia di morti che ti galleggiano attorno, un prezzo da pagare alle ineguaglianze dello sviluppo e al famoso mercato. Facciano gli storici i conti all’ingrosso su quanto ci mette una strage a diventare uno sterminio di massa, e se questo sia un costo sopportabile per il nostro tenore (anche morale) di vita. Poi ci facciano sapere. Intanto, il balletto intorno ai 21 cadaveri dell’altro giorno, o le foto dei pescherecci che trascinano uomini insieme ai tonni, o i bollettini degli annegamenti quotidiani, dicono molto sull’Europa, più di mille bei discorsi. Anche loro, morti e dispersi, sono un costo della politica (argomento à la page), ma nessuno sembra curarsene più di tanto. Forse perché sono un costo stecchito e galleggiante. O forse perché non diventano un costo finché non li devi raccattare e seppellire. Seccante assai. Tutte cose, mi rendo conto, che quei 21 saprebbero spiegare molto meglio, dalle loro 21 sedie vuote, alla prossima pomposa cerimonia europea.

5 commenti »

5 Commenti a “Corto Maltese”

  1. “Al prossimo lussuoso convegno sulle radici cristiane dell’Europa dovrebbero mettere in prima fila 21 sedie vuote. Ci si sarebbero potuti sedere i ventuno esseri umani annegati l’altro giorno a sud di Malta…”
    cosa c’entrano le radici cristiane dell’Europa con questa storia ?

    da alberto   - domenica, 3 giugno 2007 alle 22:20

  2. Forse, caro Alberto, i governanti dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo dovrebbero preoccuparsi di mettere in pratica i principi cristiani, oltre che di pretenderne un espresso richiamo nel preambolo della Costituzione europea.

    da Paola   - lunedì, 4 giugno 2007 alle 09:23

  3. Le radici cristiane c’entrano sempre, non si possono invocare quando si parla in astratto e poi escludere quando si parla di cose accadaute e concrete. Questa è vigliaccheria intellettuale. ” Non si può avere paura della parole dopo aver ceduto ai fatti”, non è mia, magari! E’ di Marguerite Yourcenar e credo che racchiuda il senso…

    da emanuela   - lunedì, 4 giugno 2007 alle 10:13

  4. Questa volta nessuna risata… Forse perchè è triste pensare che “provate pure a credervi assolti siete lo stesso coinvolti.” (Canzone del Maggio – F.De Andrè)
    Non spetta a me, non credente, parlare delle radici cristiane, ma l’osservazione di alberto è perlomeno pertinente, ma ristretta, ovvero cosa c’entra il messaggio evangelico (gia da altri trasformato in invadente e destestabile)con la politica occidentale. Probabilmente il suggerimento corretto potrebbe essere di svolgere i prossimi convegni politici occidentali invitando a fianco del “eminem” di turno anche un qualche equivalente del KKK, gli unici che sono abilitati a girare con il velo. Ciao

    da Riccardo   - lunedì, 4 giugno 2007 alle 11:31

  5. ho perfettamente chiare le vostre obiezioni )perfettamente pertinenti, ma cosa c’entrano Malta e la Libia con la costituzione europea ?
    i militari italiani e i pescherecci con la nosta bandiera non mi pare siano noti per la crudezza dei modi e per non applicare principi evangelici (il soccorso in mare è la loro attività principale in questo ambito, mentre per gli stranieri, a quanto pare non è sempre cosi), per quanto riguarda le leggi, è un altro discorso…

    da alberto   - martedì, 5 giugno 2007 alle 11:30

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