Watermelon Slim and the workers – Watermelon slim and the workers – (NorthernBlues Music)
Un conto è essere un buon bluesman, un conto è fare una vita da bluesman e un altro conto ancora è fare tutte e due le cose insieme. Watermelon Slim ha la biografia bislacca della generazione che fece il Vietnam, e poi mille lavori, dal camionista all’addetto delle pompe funebri. Il tutto senza abbandonare la sua steel guitar. Dunque se vi piace quel blues liquido e giocherellone che vi avvolge leggero, sappiate che qui è suonato da una banda scintillante, con scioltezza e autoironia. Ottimo.

Macy Gray – Big (Geffen)
Non c’è trucco, non c’è inganno, perché in quest’ultimo disco di Macy Gray (a quattro anni dal precedente), potete trovare tutto quello che è lecito aspettarsi da un disco di Macy Gray. La voce non si discute, la produzione è curatissima, gli ospiti sono quelli giusti del momento (Justin Timberlake, Nathalie Cole) e le sfumature di soul si sprecano, fino a livelli di eccellenza. Rimanere morbidi pur graffiando non è cosa che sanno fare tutti. Macy è aiutata da quella sua voce e dall’ottimo lavoro collettivo. Riempire l’anima va bene, ma anche ballare, va benissimo.

Mika – Life in Cartoon Motion (Universal)
Piccolo fenomeno, ma in grande espansione. Mika, inglese di origini libanesi, si inventa un miscuglio tutto suo di pop che comprende divagazioni, spunti barocchi e lirici, canzoncine ottime per la doccia e tormentoni annunciati. Per Grace Kelly, singolo di parecchia fortuna, si è persino gridato al paragone con Freddy Mercuri, il che è ovviamente eccessivo. Ma l’impasto è gradevolissimo e i punti di contatto non mancano. In particolare stupisce il continuo girandolare tra spunti, stili, idee che rende l’album, in certi punti, sorprendente. Piacevole sorpresa.