Alessandro Robecchi, il sito ufficiale: testi, rubriche, giornali, radio, televisione, progetti editoriali e altro
 
gio
3
mag 07

GQ UltimaPagina – Scusa se ti chiamo libro

Non c’è alcun dubbio che i romanzi di Federico Moccia tirino su il morale alla gente. Uno si rompe una gamba sciando, oppure tampona in autostrada, e maledice la sorte. Poi si consola e dice: poteva andarmi peggio, potevo nascere afghano, o potevo leggere un libro di Moccia. Così guarda la sua gamba ingessata e pensa: in fondo mi è andata bene.
Un altro fatto positivo è che i romanzi di Federico Moccia aiutano l’autostima: quando uno si sente stupido, ma proprio molto scemo, proprio un perfetto cretino, basta confrontarsi con un personaggio dei libri di Moccia e subito si sente un genio. Un po’ come quando senti parlare George Bush: credevi di essere il più stupido sulla Terra e invece no, qualcuno ti batte, sospiro di sollievo.
Credo che questi due motivi spieghino bene il successo di questi romanzi: con appena un po’ più di dieci euro ti porti a casa un eccellente psicofarmaco senza nemmeno la prescrizione del medico.

Come tutti avrete notato, la critica si tiene lontana dai libri di Federico Moccia e non si prende nemmeno la briga di stroncarli. E del resto c’è da supporre che nemmeno i lettori li prendano troppo sul serio: se gli italiani pensassero che dai libri di Moccia esce un ritratto credibile degli italiani avremmo probabilmente un’ondata di suicidi di massa. Eppure l’editoria scommette molto su questi prodotti, che appena usciti sul mercato filano primi in classifica e ci restano per mesi, il che dipende dal fatto che in Italia si legge poco, una buona notizia bilanciata dal fatto che quanso si legge si legge Moccia, e questo è triste.

Come nelle ricette di cucina, il segreto del successo è abbastanza semplice: i dialoghi sembrano quelli dei reclusi del Grande Fratello, la scrittura è appena un po’ più semplice degli sms che vi scambiate con la fidanzata, e le dinamiche affettive e sentimentali fanno sembrare i vecchi fotoromanzi degli anni Settanta opere paragonabili ai grandi romanzi ottocenteschi.
So qual è a questo punto l’obiezione classica: uh! Che snob! Non è meglio che uno che non ha mai preso in mano un libro cominci a leggere, fosse anche un libro di Moccia? La risposta è no.
C’è sempre il rischio che uno poi pensi che i libri sono tutti così, e questo terrebbe chiunque lontano dalla letteratura per sempre.

Naturalmente vanno fatte alcune considerazioni di mercato. Dai libri di Moccia nascono film, linee di gioielli, braccialetti, orologi, collanine. Presto avremo suonerie telefoniche con i dialoghi dei libri di Moccia, preservativi con le firme dei protagonisti e forse, chissà, utilitarie che si chiamano 3msc, ovviamente superaccessoriate, sedici valvole e coi sedili reclinabili, un ovvio omaggio al romanticismo delle opere citate. Per coerenza dovrebbero farle senza freni.

Anche se può sembrare paradossale, gli unici che si rallegrano del successo dei romanzi di Federico Moccia sono gli scrittori. Ingenuamente, pensano che i soldi fatti dall’editore con le vendite di Moccia servano a pagare anche loro, ma si sbagliano: serviranno soltanto a pagare i prossimi libri di Moccia, per i quali temo si taglino pure degli alberi. Alcuni editori, poi, se ne vergognano. Incassano buone cifre, è vero, ma quando gli ricordi che erano gli editori di Pasternak e ora sono gli editori di Moccia gli scappa un gemito e cambiano discorso.

C’è chi dice che i libri di Moccia raccontano i giovani, ed è vero: raccontano i giovani come piace pensarli a uno di mezza età che non essendo più giovane vuol far passare i giovani per totali deficienti. Esattamente come accade agli autori dei reality show, gente di mezza età che carica su di sé questo fardello: raccontare i giovani e, intanto, odiarli profondamente e farne la caricatura. A quanto pare funziona, il che getta una luce inquetante su questo Paese.

4 commenti »

4 Commenti a “GQ UltimaPagina – Scusa se ti chiamo libro”

  1. Non si può che dare ragione all’autore di questo articolo,che diventa il mio mito soltanto per aver scritto queste parole!
    Grazie per amare veramente la letteratura,grazie per aver detto la verità su di un libro che…non è un libro…e il titolo è azzecatissimo

    da kiki   - martedì, 5 giugno 2007 alle 17:46

  2. salve! simpatico… davvero molto spiritoso eheheh, a dire il vero mi son fatta quattro risate! Io sono una di quelle che lei ha definito “deficiante” in quanto ho letto 3metri sopra il cielo, ho voglia dite e l’ultimo grande successo di Moccia “scusa ma ti chiamo amore”. In realtà non mi sono poi rincretinita con quesrti libri, ma anzi, li ho molto apprezzati!non perchè la scrittura di Moccia è molto simile a qulla degli sms, e nè anke perchè sono depressa e quindi mi sono accorta che c’è chi sta peggio di me! Sà spesso i giovani, gli adulti e perchè no anke gli anziani se vogliamo, hanno bisogno di evadera da un certo tipo di quotidianità che spesso non ci sta bene! La lettura è un ottimo mezzo per arrivare oltre le 4 mura della stanza e viaggiare verso un pensiero che magari ci farà sorridere! Parlare di amore giovanile, degli anni 60 oppure 80 credo a mio modesto parere sia sempre una cosa positiva che oltretutto non abbia mai danneggiato nessuno. Quello che mi spaventa, che mi preoccupa trmendamente è il fatto che spesso viene concesso a personaggi assurdi di pubblicare libri davvero SQUALLIDI e che oltretutto sono stati criticati anche in maniera positiva come ad esempio “Melissa.P”… Quindi mi domando e dico, caspita siamo davvero arrivati a questi bassi livelli?? bhè allora credo ci sia da criticare davvero molto!
    Buon proseguimento!

    da Emanuela   - mercoledì, 6 giugno 2007 alle 17:56

  3. Moccia Vergogna … Italia vergogna .. teste benpensanti vergogna
    Date spazio a veri autori,scrittori e artisti non a scemenze alla moccia
    le sue storie le scriverebbe anche topo gigio e sbirulino
    la sua fama è sinonimo di tanta, troppa pubblicità
    Guardatevi intorno e vedrete che moccia sta alla scrittura come la valeria marini al ballo,, praticamente sinonimo di zero assoluto e finzione

    da dred   - martedì, 4 settembre 2007 alle 17:32

  4. Se io dovessi scegliere fra leggere i “Promessi sposi” e “Ho voglia di te” firmerei col sangue per leggere i “Promessi sposi” e preferisco guardare tutto il film della “Corazzata Potiemkin” piuttosto che 5 minuti di “Grande fratello”. Ma io sono io, il problema è che molte persone si stufano coi classici seri e si leggono questi libretti scritti in modo che anche un ritardato li possa leggere. C’è bisogno di un autore che scriva in una maniera che non sia nè idiota come Moccia, nè troppo pallosa come Manzoni. E c’è bisogno di un editore che glielo pubblichi. Non come quello schifo d’uomo di Moccia che, alla fin fine è figlio d’arte e aveva un nome che lo ha aiutato. Incrociamo le dita…

    da Tancredi   - martedì, 25 settembre 2007 alle 11:26

Lascia un commento