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sab
3
mar 07

GQ UltimaPagina – Sotto il vulcano

In proporzione alla storia del nostro pianeta, noi umani siamo scesi dagli alberi appena un paio d’ore fa e abbiamo scoperto il fuoco da meno di quaranta minuti. Se si è capaci di relativizzare questi concetti immensi, tutto diventa un po’ meno tragico: Bruno Vespa è in tivù da appena pochi secondi.

Dico questo perché sia chiaro che noi siamo di passaggio: la punta del Cervino era lì prima di noi, e sarà lì pure dopo. Dunque è inutile che ci preoccupiamo tanto di quello che succede: forse che i dinosauri si facevano tutte ‘ste pippe sul clima del pianeta? Certo che no!

Sociologi, filosofi, politici e scienziati si misurano ora su un tema piuttosto controverso: il riscaldamento del pianeta e le sue terribili conseguenze. Una delle prime sarebbe ovviamente l’innalzarsi del livello dei mari, ma su questo gli scienziati si dividono in due scuole di pensiero. Quelli che hanno la villa al mare sanno che verrà sommersa entro cinquant’anni, quindi minimizzano il fenomeno e intanto cercano di vendere la villa. Gli scienziati che hanno la villa in montagna fanno il gesto dell’ombrello: mal che vada nel giro di un secolo avranno la villa a picco sul mare. Questo riguarda naturalmente la comunità scientifica internazionale. Gli scienziati italiani che guadagnano mille euro al mese non hanno gli strumenti teorici per porsi il problema della villa.

In generale, è sempre bene guardare avanti e non farsi deprimere. Venezia, paradiso dei sub, sarà certamente un affare, e per l’immersione con bombole al Canal Grande ci sono già le prenotazioni. Da tutto il mondo verranno per vedere i coralli del Colosseo. Il Gran Premio di Monza per motoscafi avrà un grande successo.

Certo non sarà semplice. Ci saranno movimenti migratori poderosi e spostamenti di massa, centinaia di migliaia di pensionati americani sfolleranno dalla Florida al Québec. I contadini poveri della Padania dovranno migrare verso zone più temperate come Oslo o Tampere, dove faranno i tassisti o i buttadentro nei locali di lap dance. Molti verranno catturati ed espulsi, rimandati a Pavia a vendere datteri nel povero suk locale. In poche parole, i prossimi due o tre secoli saranno una ghiotta occasione per il popolo Inuit: se si gioca bene le sue carte sarà presto una potenza mondiale più forte dell’odierno Texas o della California.

Mi sembra evidente che non stiamo facendo molto per scongiurare tutto questo e forse qualcuno pensa di guadagnarci. Tra i commentatori prevale l’idea che sia tutta una esagerazione, e che con cinque, o sei, o dieci gradi in più non ci sarà poi ‘sta grande differenza: alzeremo un po’ il condizionatore, ecco tutto.
Si tratta di quella ben nota lungimiranza del genere umano che già conosciamo e apprezziamo da sempre, e bisogna dire che tutti quelli che minimizzano un problema sono generalmente visti di buon occhio. A Pompei, per esempio, il più amato dal popolo era quel vecchietto che guardava il Vesuvio e se la rideva: “Tranquilli guaglio’, è solo un fuocherello”. Gli volevano proprio bene, perché questo li incoraggiava a fottersene e a continuare a spassarsela.

Naturalmente tutto questo ha un senso solo se lo rapportiamo alla sensibilità di noi umani. E’ ovvio che altre organismi viventi potrebbero vederla in un altro modo e un giorno non lontano, chissà tra una decina di secoli, qualche topo di palude potrebbe dire alla moglie: “Visto? Te l’avevo detto che non duravano”.

1 commento »

Un Commento a “GQ UltimaPagina – Sotto il vulcano”

  1. It was dark when I woke. This is a ray of shnusine.

    da Genevieve   - venerdì, 20 maggio 2011 alle 18:21

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