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sab
24
feb 07

Tre dischi per D: Wampas, Lavoe, Nico

Les Wampas – Rock’n’roll part 9 (Atmosphériques)

Giunti ormai alla mezza età e con tutte le medaglie dell’underground appese al petto, i francesi Wampas continuano a gettare in pasto al pubblico perline di punk affilate e deliranti. Situazionismo, due chitarre, basso, batteria, una notevole faccia da schiaffi e altre frecce acuminate. Come Chirac en prison, per esempio, canzoncina saltellante e molto sixty che ha fatto qualche rumore. Ma la chicca assoluta dell’album è Rimini, ballata post-punk tenera e disperata, che è un omaggio a Marco Pantani. Tutto molto grezzo e artigianale, ma è questo il bello. Il video si può vedere su YouTube e merita una deviazione.

Hector Lavoe – La Voz (Fania Records / v2)


Fania Records, imprescindibile etichetta salsera, pubblica e ripubblica i grandi del suo catalogo. Ed ecco qui Hector Lavoe, massimo esponente del suono di Portorico ai tempi magici in cui la salsa non era una faccenda di villaggi vacanze. Per la voce di Lavoe, per la scintillante sezione fiati, per la produzione di Willie Colòn (un altro grande della scuderia) e per quel sapore di Tito Puente che si respira in queste poche (otto) canzoni, La Voz rischia di essere uno dei dischi più interessanti della stagione, anche se è datato 1975. Lavoe è morto da anni, ma intorno a lui resiste un culto sincero. Lo chiamavano “El Cantante”, e qui si capisce perché.

Nico – Nico in Tokyo (Anagram Goth Collection)


Era l’anima oscura dei Velvet Underground, una specie di musa gotica e sadomaso che colorava di scuro con la sua voce alcune delle canzoni di quel gruppo mitico. Poi, Nico prese una via tutta sua, un organetto bitonale, una chitarra e la sua voce straniata e lontana che faceva di ogni concerto una specie di condensato del dark. Fece una brutta fine, ovvio. Pure, risentire in questo live giapponese quelle messe nere, quelle cantilene disperate e buie, mette ancora qualche brivido. Femme fatale, My funny Valentine, persino una versione di The End (dei Doors) e un’agghiacciante All Tomorrow’s Party cantata a cappella. Paura.

 

 

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