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sab
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feb 07

GQ UltimaPagina – Consigli per stragisti

E’ così che un popolo si fa una cultura! E gli italiani, se la stanno facendo, sera dopo sera, attaccati alle loro parabole che guardano nel cielo. Ora hanno acquisito una grande esperienza in telefilm polizieschi, squartamenti, uccisioni, indagini scientifiche. Forse perché sull’altro canale c’è Bruno Vespa, ma sempre più spesso i teleutenti si divertono guardando un’autopsia.
Dunque, sanno tutto! Perché continuano a fare errori banali? Gli assassini sono assassini, e questo è già grave e penalmente rilevante. Che siano in larga maggioranza anche stupidi aggrava la loro posizione. Nella sempre generosa ottica di aiutare le minoranze, ecco qualche consiglio ai prossimi protagonisti della cronaca nera nazionale.

Il telefono. Imbecilli, lasciate a casa il telefono! E’ inutile che dite agli inquirenti che eravate a Sassari se il vostro cellulare era a Bergamo, proprio sul luogo del delitto. Uscendo di casa per andare a compiere la strage che avete progettato potreste tastarvi le tasche e dire… cazzo, il telefono! L’ho portato! Errore fatale. Ricordatevi sempre che potete resistere a ore di interrogatorio, ma il vostro cellulare parlerà subito senza nemmeno chiedere un avvocato. Verrà interrogato da un tecnico buono e da un tecnico cattivo e crollerà subito. Sembra di vedere il ghigno del sostituto procuratore quando entra nella stanza e ti dice… il tuo Nokia ha parlato! Maledetto!

Dna. Nel novantotto per cento dei telefilm ti beccano per il dna, perché sei così scemo da lasciare in giro sputacchi, bere, fumare, fare pipì, perdere i capelli, le unghie, il sangue, i peli. Ti viene da starnutire già alla prima coltellata, ed ecco che sei fregato. Bisognerebbe andare ad ammazzare la gente ricoperti di un preservativo alto un metro e ottanta, ma sarebbe difficile guidare, e andarci in tram darebbe nell’occhio. Il metodo migliore per non lasciare tracce di dna sul luogo del delitto è lanciare bombe al fosforo da un aereo da caccia. Costoso, ma efficace, e avviene tutti i giorni. In questi casi di solito il movente è il petrolio. In più, se sei in grado di ammazzare la gente con missili, cluster bomb o F-16 nessuno pensa che sei un assassino, ma solo un buon professionista.

Albanesi. Non vanno più di moda come un tempo, ma si può sempre provare. Dire che gli assassini avevano un accento straniero, forse slavo, che erano neri, può essere utile a sviare le indagini. Dire che il killer parlava un italiano stentato può essere un buon trucco: di colpo sarebbe sospettata metà della popolazione. E’ buona norma organizzare una fiaccolata di protesta contro ignoti, purché stranieri. Approfittare della fiaccolata per bruciare i vestiti sporchi di sangue ed eliminare le prove potrebbe essere una mossa astuta, ma si rischia di farsi notare dal vicino di pianerottolo (cosa fa, signor Gino, per protesta contro gli albanesi brucia gli scarponi sporchi di sangue?). Meglio non esagerare.

Procedure. Vedere molti telefilm in cui si uccide la gente con i più fantasiosi metodi (e dove ti beccano con sistemi ancor più fantascientifici) è certamente molto educativo e fa crescere la nazione, ma è meglio non farsi prendere la mano. Urlare a un commissario di Viterbo cose come “Mi appello al quinto emendamento!” vi fa immediatamente passare per scemo e vi rende sospetto.

Alibi. Argomento delicato. L’alibi è meglio che sia buono, se no niente. Non fate la cazzata di usare ricevute, fatture o scontrini fiscali come alibi: se volete la fattura e insistete per pagare l’iva, l’idraulico penserà subito che vi state fabbricando un alibi per chissà quale delitto. E’ bene che l’alibi corrisponda esattamente all’ora del crimine, se ci si fabbrica un alibi per dopo il delitto si rischia la brutta figura: che stronzo, l’ha ammazzato e poi è andato a ballare! Se l’alibi è precedente il delitto, invece, ci sarà riprovazione generale: che stronzo, è andato a ballare e poi l’ha ammazzato! Non se ne esce. In ogni caso, se vi fabbricate un alibi, portatevi tutti i vostri aggeggi elettronici: sarebbe imbarazzante spiegare agli inquirenti che voi eravate a Uppsala per un convegno, ma avete fatto un prelievo bancomat a poche metri e a pochi minuti dall’omicidio. Sarebbe davvero sconcertante e persino il maresciallo vi guarderebbe disgustato, come dire, cretino! Ore e ore di tivù sono dunque passate invano?

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