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mer
3
gen 07

GQ UltimaPagina – Bollettino di pentimento

Ancora una volta si è persa una grande occasione. Ancora una volta la legge finanziaria non ha adottato il provvedimento che ci porterebbe per sempre fuori dai guai: il condono sulle cazzate.

Il condono sulle cazzate sarebbe un toccasana per l’economia e un sano contributo alla pace e alla concordia nel paese. Uno si presenta all’apposito sportello e compila il modulo. Tipo: in febbraio dissi che qui in Italia abbiamo eccellenti autostrade. Qualche settimana dopo ti arriva a casa un bollettino di versamento con il verbale: in febbraio lei disse che abbiamo eccellenti autostrade. Alleghiamo bollettino di versamento di euro 25. Per dire.

E’ un modo per incassare di più, ma anche per motivare il cittadino: che almeno ci pensi un po’ prima di dire troppe cazzate, o di parlare a vanvera manco fosse in tivù.
Naturalmente sarà un po’ laborioso mettere in piedi graduatorie e tariffari, non è possibile che tutti paghino uguale, per innocue stupidaggini e per puttanate madornali, che magari hanno cambiato la vita alla gente.

Pensate all’economia. Per anni si è scritto e detto in lungo e in largo che “piccolo è bello”, viva la piccola azienda, maneggevole, veloce, hurrà. Passati nemmeno dieci anni pare di stare sulla barriera corallina: l’azienda media si mangia la piccola, poi viene mangiata dalla grande, che viene acquisita dalla grandissima, e ormai pare che nella galassia ci saranno solo due banche o tre fabbricanti di macchine. E ognuno cercherà di comprare l’altro. Piccolo è bello? Cazzata, piccolo è morto. Pagare!

Prendete la vostra laurea. C’è stato un periodo in cui affrontare una vita senza una laurea sembrava come fare la roulette russa. Passati nemmeno dieci anni, c’è la laurea breve, la minilaurea, la laurea a pagamento, quella che ti regala quindici esami, quella per anzianità, la laurea aziendale, la laurea di Capodimonte, che puoi usare come soprammobile. Ti suona il telefono e la signorina ti fa: vuole una laurea?

Immaginate di aver tassato, anche miseramente, tutte quelle cazzate dette per anni su lauree, piccole imprese, boom della Borsa, Nasdaq, eccetera, eccetera. Avremmo un pil di tipo cinese, pur continuando a dire cazzate di tipo italiano.

Come tutte le grandi riforme, anche il condono sulle cazzate ha i suoi punti deboli. Per esempio: come stanare gli evasori? E come punirli? Qui il dibattito è aperto e nessuno si azzarda a far proposte per timore di dire una cazzata, e quindi di dover pagare il condono. Non è facile.
E in più, ogni cittadino dovrebbe tenere bene a mente tutte le scemenze che dice, in modo da denunciare tutto regolarmente alla fine dell’anno. Naturalmente vale sempre la vecchia regola di non ammettere le proprie cazzate fino a condono avvenuto. Se vi chiedono conto, voi fate i vaghi, prendete tempo, assumete un’aria indaffarata… la mie cazzate? Non so, dovrei chiedere al commercialista… Come fanno i ricchi quando qualcuno gli chiede quanto sono ricchi.

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