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mar
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ago 06

Voi siete qui – Il manuale delle sofferenze corporative

Ipertensione, affaticamento, stress, spossatezza da iperattività, raucedine da comizio, crampi da marcia forzata sotto il sole di luglio, disidratazione con conseguente annebbiamento della vista. Tutte patologie piuttosto gravi, che fanno ben sperare: se la politica sulle liberalizzazioni del governo continua, nel giro di qualche mese il Paese si libererà di alcune posizioni privilegiate e – quel che pare più conveniente – dell’ex ministro Gianni Alemanno. Questo simpatico personaggio, che sembra uscito da un manuale fascista sulle corporazioni non meno che da una di quelle divertenti macchinette pescapupazzi, non si sta certo risparmiando. Alemanno è capace di partecipare a una manifestazione di tassisti alla mattina, a una colazione con i farmacisti all’ora di pranzo, a una marcia di protesta dei gioiellieri nel primo pomeriggio, per poi fiondarsi a una tavola rotonda dei proprietari di miniere e quindi a una cena in sostegno dei pellicciai verso sera, di corsa, prima di scapicollarsi alla convention in difesa dei diritti dei notai calpestati dai comunisti. Lui è là dove si soffre: ovunque una corporazione, una lobby, una categoria faccia un po’ di casino per mantenere qualche straccio di privilegio, lui c’è. Nel tempo libero, sfoglia febbrilmente le pagine gialle per trovare nuove categorie a cui portare il suo appoggio (fabbricanti di piscine? Concessionari Rolex? Termosanitari di alta gamma?). Temiamo sinceramente per la sua salute: non è da tutti sacrificare la propria vita per difendere privilegi altrui, in cambio soltanto di una foto sul giornale. Ma il nostro eroe non è nuovo all’impresa. Diventò famoso, questo esponente della destra “sociale”, ai tempi della Parmalat trionfante: da ministro dell’agricoltura permise infatti che si qualificasse come “fresco” un latte che poteva stare in frigorifero per una quindicina d’anni, gentile regalo alla multinazionale che si faceva il bilancio con i trasferelli (e il latte fresco con chissà cosa). Durò poco, ma che importa?, ebbe la sua foto sul giornale e tanto bastò al suo ego. Ora che è passato a setacciare le categorie minacciate da Bersani di foto ne avrà una al giorno, panettiere coi panettieri, avvocato con gli avvocati, farmacista coi farmacisti, notaio coi notai. Un po’ come Zelig, pensate. E invece è soltanto Alemanno.

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