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sab
19
ago 06

Tre dischi per D: Costello, Simon, Bragg

Elvis Costello & Allen Toussaint – The River in Reverse (Verve)

Tutto ciò che riguarda la vita e il mondo finisce per entrare nella musica in qualche modo, e questo è il bello. Dunque ci sono New Orleans che arranca fuori dal fango, un suo musicista simbolo come Allen Toussaint, e Costello che scrive, canta e mette la sua “costellite” al servizio di un fluente rhytm’n’blues senza fronzoli e furbizie, dove i fiati fanno più emozione che spettacolo, dove c’è tanta sostanza e poco effetto speciale. Tra i numerosi “travestimenti” di Costello, che non sempre ha mantenuto le promesse, questo è uno dei più convincenti con il pregio che può essere bevuto d’un sorso o centellinato come un whisky prezioso e il suo gusto non cambia. Sullo sfondo si intravede New Orleans

Paul Simon – Surprise (Warner)


A leggere le note di copertina funziona così: che Paul Simon fa il suo nuovo disco, e Brian Eno firma i “sonic landscapes”. Dunque la cosa si fa complessa, perché uno ascolta tentando di identificare chi ha fatto cosa, e si cerca la mano dell’uno e dell’altro. Il disco è bello, le canzoni piacevoli e siamo nettamente nella media di Simon, che è assai alta, e Herbie Hancock suona il piano. Pure non si può dire che i due mondi, quello di Eno e quello di Simon, si armonizzino alla perfezione e questo pone il problema di come applicare al pop (anche al grande pop) architetture sonore più ardite. Resta comunque un’ora di ottima musica: si sentirà anche che è fatta a due mani, ma sono buonissime mani.

Billy Bragg – Talking with the taxman about poetry (Nasco)

“Parlando di poesia con l’uomo delle tasse” è un disco del 1986, cioè ha vent’anni tondi e oggi ricompare nello scaffale “ristampe”. Questo per dire che chi per qualunque motivo se l’è perso in passato, o non conosce Bragg, o non ha mai sentito Levi Stubbs’ tears, canzone capolavoro, ora non ha più scuse. Rebelde dalla voce roca e dall’ancor più roca chitarra elettrica, Bragg scopriva qui, nel suo terzo album, una mestizia tenera, una rabbia più gentile, come una tenerezza un po’ maldestra e ruvida che esce da canzoni bellissime. Tutto questo vent’anni fa. Dischi ce ne sono tanti, alcuni pure buoni. Poi ci sono dischi da amare, come questo.

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