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mer
3
mag 06

E’ l’EcoNOmy, bellezza

Il segmento di popolazione dei “giovani” fa la sua parte per aumentare il Pil, vera ragione di vita dell’uomo moderno. Una famosa casa di urban cars per “giovani” pubblicizza il suo schermo dvd che fa dei sedili posteriori la platea di un cinema, ma con soli due spettatori. L’idea di marketing è elementare: i “giovani” possono spendere, sì, ma non tanto da comprarsi una casa. Dunque, si fa della macchina un accettabile surrogato, ed ecco il dvd (un bel passo avanti rispetto alle generazioni precedenti, che sui sedili posteriori facevano soltanto petting, una cosa che non aumenta il Pil). Ma perché fermarsi qui? Se si considera l’utilitaria alla moda come un miniappartamento, andranno presto studiate soluzioni più avanzate, come: un piccolo accogliente bagno nel bagagliaio, un minifornello nel vano portaoggetti e qualche soluzione-armadio. Naturalmente quando le macchine si venderanno a un tot al metroquadro costeranno, in proporzione, più delle case, ma tutti potranno comprarsi due-tre metriquadri a scopo abitativo. Il mercato si rivolgerà a quel 13 per cento di italiani che non hanno una casa in proprietà, e il Pil se ne gioverà inevitabilmente. 

Nel mese di marzo 2006 sono state immatricolate 250.328 autovetture, con un incremento dell’8,6 per cento rispetto al marzo 2005 (fonte: Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti)

L’economia è uno dei pochi posti al mondo dove gioire delle disgrazie altrui non è considerato immorale, anzi! Dunque rallegriamoci tutti, e alziamo i calici, per l’embargo che la Russia ha imposto ai suoi principali fornitori di vino, la Moldavia e la Georgia. Certo, migliaia di viticoltori georgiani sono sul lastrico, ma facciamoci una domanda un po’ cinica: siamo forse georgiani noi? Siamo moldavi? No. E allora, perché dolersi? Del resto, noi italiani siamo il secondo produttore europeo, produciamo vino per 9 miliardi di euro ogni anno, e sarebbe pazzesco pensarlo di berlo tutto noi! Grazie anche alle disgrazie altrui, dunque, possiamo gioire: le esportazioni di vino italiano in Russia sono aumentate del 50,7 per cento, la miglior performance dell’anno del 2005. Mica è colpa nostra: è la mano invisibile del mercato, che sta strangolando gli altri! Prosit!

Esportiamo vino ovunque, ma soprattutto negli Stati Uniti (771,3 milioni di euro, un quarto dell’esportazione totale). In Cina andiamo ancora maluccio (appena 4,7 milioni di euro, anche se con un incremento del 63,6 per cento). Malissimo in India (appena un milione di euro).
(fonte: Coldiretti)

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